Approfittando della sosta delle nazionali, il vulcanico presidente torna a battere il tasto sulla dolente nota degli introiti dai diritti TV
Da 32 anni sulla scena calcistica italiana. Con alti e bassi, polemiche e strumentalizzazioni, gioie e dolori, retrocessioni e promozioni. E anche la dolorosa rinuncia al club della propria terra, quello rilevato per 16 miliardi delle vecchie lire nel 1992.
Non si è fatto mancare davvero nulla, nella sua ultratrentennale esperienza nel mondo del calcio, Massimo Cellino. L’imprenditore sardo, alla guida del Brescia dal 2017, è stato anche suo malgrado protagonista di tante vicende giudiziarie, iniziate in quel di Cagliari e proseguite, sebbene su capi d’imputazione differenti, anche nell’avventura come numero uno delle Rondinelle.
Perennemente in polemica con le istituzioni, sanguigno e vulcanico forse anche oltre le righe, il 68enne ha rischiato seriamente, nel 2023, di dover ingoiare l’amarissimo rospo della retrocessione in Serie C. Sempre sul filo del rasoio, in quella stagione, l’annata dei lombardi, letteralmente rivoluzionata più volte da una girandola di cambi di allenatore da record.
Tornato su buoni livelli di competitività, il Brescia l’anno scorso fu capace di disputare i Playoff per la promozione in A, uscendo però al primo turno per mano del Catanzaro. Nell’attuale stagione le cose sembrano girare bene per le Rondinelle, che con 6 punti in 4 partite restano in scia alle migliori nel sempre complicato ed imprevedibile campionato cadetto.
Intervenuto al portale ‘Bresciaingol.com’ relativamente alla questione delle prossime elezioni della Leg Serie B e alla vicenda dei diritti televisivi, Cellino non si è fatto mancare una nuova polemica. Che poi tanto nuova non è, ma che trova oggi la sua giustificazione nel lancio della nuova Champions League da parte dell’UEFA. Una mossa che, a dire del presidente, pone ancor più sullo sfondo, vuotandolo di importanza, il mondo della Serie B.
“La Serie B sta cercando di sottrarsi ai danni che la scellerata gestione dell’Uefa sta facendo al campionato nazionale. Qualcuno vuole continuare a fare delle porcherie fatte fino ad ora, ma noi non lo permetteremo. Anche se al nostro interno ci sono dei talebani, questa è una presenza molto ridotta. Sono tranquillo e convinto che come Lega di B abbiamo preso la direzione giusta”, ha commentato il patron del club lombardo.
Sebbene sia stato più volte accreditato di poter lasciare la mano, cedendo il club ad imprenditori che però non si sono mai materializzati concretamente, Cellino è sempre più agguerrito: le sue battaglie, al di là del valore tecnico della sua rosa, proseguono senza sosta.
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