Manovra stipendi, la Juventus rischia la retrocessione in Serie B: clamorosa rivelazione, violato l’articolo 6
La Juventus, nelle ultime due giornate di campionato, ha incassato due sconfitte; ko che pesano tantissimo nell’economia della stagione perché di fatto hanno “costretto” i bianconeri a non poter partecipare alla prossima edizione della Champions League.
Sarà solo Europa League o Conference per la squadra di Allegri che, nonostante i 10 punti di penalizzazione, con i successi contro Empoli e Milan sarebbe ritornata al quarto posto. Una stagione decisamente in chiaroscuro, quasi da dimenticare per il club bianconero che è impegnato anche nelle aule di tribunale.
Come abbiamo ricordato, il processo relativo alle plusvalenze si è chiuso con i 10 punti di penalizzazione inflitti dalla Corte federale d’appello; una sanzione pesante, seppur mitigata rispetto al -15 con cui erano stati condannati i bianconeri lo scorso mese di gennaio.
Ma i guai giudiziari per la Juve non sono certo finiti qui. All’orizzonte, infatti, la società piemontese dovrà affrontare un nuovo processo, stavolta relativo alla manovra stipendi. È un filone che coinvolge gli accordi stipulati dal club ci calcitori in epoca Covid sulla riduzione degli ingaggi ma anche ai rapporti del club con alcuni agenti e partnership con società amiche.
Juve, per la manovra stipendi il rischio è alto: c’è la retrocessione
Nel mirino della Procura federale sono finiti i bilanci relativi agli anni 2020 e 2021. Secondo il Procuratore Chinè che ha condotto le indagini fino al deferimento del club, la Juve ha ottenuto un taglio fittizio dei costi nei bilanci, con tanto di omissione della posizione debitoria nei confronti di tutti i tesserati.
Il club bianconero, durante la pandemia da Covid, aveva stipulato una sorta di accordo con i tesserati che, in un momento di difficoltà per i club, si erano decurtati lo stipendio di ben quattro mensilità, rinunciandovi completamente.
Secondo le indagini portate avanti, però, questa rinuncia si sarebbe trasformata ad appena una mensilità; il tutto sarebbe stato siglato con la società attraverso accordi segreti tra calciatori e club, con quest’ultimo che avrebbe corrisposto ai calciatori tre dei quattro mesi attraverso dei bonus posti ad hoc.
Insomma, un vero e proprio illecito finanziario a cui dovrà rispondere la Juve ed i dirigenti dimissionari, dall’ex presidente Agnelli a Nedved e Paratici. Alla Juve è stato contestato l’articolo 4, quelo relativo alla mancata lealtà; un’accusa pesantissima, che comporta punti di penalizzazione proprio come accaduto per il caso plusvalenze.
Eppure la Juve rischia ancor più grosso, addirittura la retrocessione. È l’avvocato Ruggiero Di Staso, ai microfoni di Radio Napoli Centrale, a spiegarlo. Secondo il giurista, infatti, al club bianconero può essere contestato anche l’articolo 6 del codice di giustizia sportiva, quello relativo alla responsabilità diretta della società.
In questo caso, infatti, il procuratore Chinè può addirittura chiedere la retrocessione della squadra in Serie B per la violazione di tale articolo.