La notizia, ufficializzata dal Procuratore della Repubblica, getta nel caos la società: arriva la replica del patron
Si può essere in lotta per tornare immediatamente, dopo un solo anno di Purgatorio, nel palcoscenico già calcato per tre stagioni consecutive dal 2019 al 2022, e contemporaneamente rischiare di sparire per questioni amministrative. Per mancati pagamenti nei confronti del Fisco e degli enti previdenziali.
Questa è la drammatica realtà di uno dei club posti sotto la lente d’ingrandimento dal tribunale della città friulana, che ha disposto, per bocca del Procuratore Raffaele Tito, l’istanza di fallimento della società.
“Confermo che è stata presentata l’istanza di fallimento per il Pordenone Calcio. La situazione debitoria è tale che, anche nello scenario migliore di una promozione in Serie B, le cose non cambierebbero“. Queste le dichiarazioni, rilasciate al ‘Gazzettino’, da Tito. Oltre a rispondere con un comunicato ufficiale emesso sul sito della società, il Pordenone ha parlato anche per bocca del suo numero uno, il presidente Mauro Lovisa. Che sempre dalle pagine dello stesso quotidiano ha provato a chiarire la sua posizione e quella del club, coi tifosi che stanno comprensibilmente vivendo delle ore di grande agitazione.
“Pagherò quello che c’è da pagare a dimostrazione che in tutti questi anni siamo stati seri. Purtroppo ci è sfuggito qualcosa, ma nella vita capita. Vogliamo anche onorare i debiti con l’erario. Sistemeremo le cose come abbiamo sempre fatto“, ha esordito il patron dei neroverdi Mauro Lovisa, che quindi non si è sottratto alle sue responsabilità.
“Ho sbagliato io ed è giusto che adesso sia io a trovare una soluzione. Al Procuratore voglio però specificare che la Serie B cambierebbe eccome la nostra situazione“, ha chiosato il patron.
Per completezza di informazioni, riportiamo i numeri contestati al club friulano, oggetto di attenta analisi da parte del tribunale cittadino. Il bilancio consuntivo del 2022 ha registrato una perdita di esercizio di 6 milioni e 756mila euro, cresciuta quindi di 2 milioni e 930mila euro rispetto al bilancio 2021. Il patrimonio netto è passato da 2 milioni e 409mila euro a un passivo di 1 milione e 300mila euro. C’è un debito nei confronti dello Stato di poco più di 7 milioni e mezzo, da corrispondere al fisco e agli enti previdenziali. Inoltre, nel conto economico sono scesi a 8, 87 milioni di euro (erano 9 milioni) i costi di salari e stipendi. Per finire, relativamente ai ricavi, sono 4,2 i milioni di contributi in conto esercizio.
Numeri che potrebbero significare ben poco per i supporters dei ‘Ramarri del Noncello’ – questo il soprannome della squadra – divisi tra il sogno di tornare in cadetteria e l’incubo di dover ricominciare dal calcio dilettantistico.
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