La società rossonera valuta il prestito di Ibrahimovic, su cui alcuni club della cadetteria si sono già affacciati con interesse
144 minuti in Serie A, ancor meno in Champions League. Un doppio confronto, quello del derby Champions, che non lo avrebbe visto scendere in campo neppure se improvvisamente passassero tutti i dolori, visto che il campione svedese non è stato nemmeno iscritto alla lista Champions.
È stata una stagione più che complicata per Zlatan Ibrahimovic, che già lo scorso anno fu costretto ad un impiego a mezzo servizio a causa delle continue ricadute fisiche. Se però nella precedente annata lo svedese era per lo meno risultato decisivo nel girone d’andata, con 8 gol pesantissimi, nel 2022/23 la sua presenza è stata impalpabile. Per lo meno in campo.
Ora il club rossonero si trova di fronte ad un bel dilemma. Proseguire per un altro anno, con un ulteriore rinnovo contrattuale, o lasciarlo libero di appendere gli scarpini al chiodo, cosa che Ibra non sembra ancora intenzionato a fare? Nessuno nega l’importanza, in termini di leadership emotiva sul gruppo, che l’attaccante esercita ancora. Ma c’è anche la realtà del campo, che è impietosa.
Oltretutto, per quanto lo scandinavo possa ridursi lo stipendio, un altro anno di contratto potrebbe pesare sulle finanze del club rossonero. A maggior ragione se – ed è un’ipotesi da non scartare – la squadra dovesse fallire la qualificazione alla prossima Champions League.
Ibrahimovic in Serie B, è tutto vero
Insomma, se si addensano nubi pesanti sul futuro in rossonero del fuoriclasse ex PSG, Juve ed Inter, si starebbe invece definendo con più chiarezza quello legato al figlio Maximilian, classe 2006, che spopola nell’Under 17 milanista. Già protagonista di un simpatico siparietto con papà Zlatan in un allenamento di qualche tempo fa a Milanello – quando il giovanissimo attaccante era stato chiamato ad una partitella mista con la prima squadra – Maximilian sta facendo parlare di sè. Al punto tale che potrebbe direttamente fare un doppio salto mortale – stile quelli di papà quando faceva lo ‘scorpione‘ – nei professionisti.
Sembra infatti che alcuni club della cadetteria vogliano fare – segretamente, ma non troppo – affidamento sul patrimonio genetico della famiglia. Per questo più di una squadra cadetta sta valutando di lanciare in prima squadra il baby attaccante. Ovviamente il Milan non vorrebbe cedere a titolo definitivo il suo gioiellino. Sia perché Max rappresenta un investimento importante sia perché – scherziamo, ma neanche troppo – una partenza a titolo definitivo potrebbe causare l’ira di papà Zlatan. Che sogna una carriera da protagonista in rossonero per il talentuoso rampollo.