La notte di festa del Napoli è stata macchiata da un brutto episodio di delinquenza: un ragazzo è morto per un regolamento di conti della camorra.
Serata di gloria e follia a Napoli. Come ampiamente prevedibile, la città ha vissuto un momento di esaltazione collettiva straordinaria. Il pareggio strappato a Udine e l’aritmetica vittoria del terzo, strameritato, scudetto azzurro hanno dato il via alla festa che tutto il popolo partenopeo covava nel suo cuore fin dalle prime battute di questo campionato.
O forse fin da quel 2018 e dalla rincorsa di Sarri, fermata in malo modo nella notte famosa di Inter-Juventus. Ma tra fuochi d’artificio e splendide immagini di felicità, non è mancato purtroppo l’episodio di cronaca in grado di mostrare ancora una volta il lato peggiore della città partenopea: un omicidio legato a questioni di camorra.
Se l’estasi collettiva e la follia dei festeggiamenti portano sempre con sé, anche in altre latitudini d’Italia, danni e problemi di ordine pubblico, era inevitabile che Napoli dovesse pagare un prezzo per questa gioia. Alla fine della serata sono state circa 200 le persone ferite, la gran parte per danni riconducibili ai fuochi d’artificio o ai botti esplosi nei momenti di gioia.
Quello che purtroppo si sarebbe dovuto e potuto evitare è stato il regolamento di conti della criminalità organizzata, che ha approfittato della confusione di una nottata di follia per regalare alla città un’altra vittima, l’ennesima sacrificata per un cancro che nessuno sembra avere la forza di curare. Un omicidio che naturalmente nulla ha a che vedere con la festa: semmai i festeggiamenti sono stati il pretesto per colpire approfittando della confusione generale, ma la connessione con lo scudetto del Napoli si ferma lì.
Morto Vincenzo Costanzo: aveva 26 anni
La vittima del raid è stato il giovane Vincenzo Costanzo, classe 1997, un ragazzo originario di Ponticelli. Ferito, insieme ad altre tre persone, durante i festeggiamenti per il terzo scudetto, Costanzo, soprannominato ‘Ciuculill’, è stato portato d’urgenza al Cardarelli dopo essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco. Nonostante l’intervento dei medici, non c’è stato nulla da fare.
Ancora da chiarire le dinamiche di quello che è sembrato, fin dal primo momento, un agguato in piena regola, un regolamento di conti vero e proprio. Il ragazzo era infatti il leader della paranza che stava tentando di rimettere in piedi i pezzi del clan D’Amico dopo il blitz che lo aveva sconvolto tra il 2015 e il 2016, un’operazione che aveva portato all’arresto di circa 150 persone.
Conseguenza ulteriore del dramma accaduto nella nottata napoletana la reazione dei parenti del ragazzo. Arrivati in ospedale alla notizia della morte, hanno infatti devastato la struttura, senza alcun rispetto per le altre persone bisognose di cure. Una macchia grave in una serata di gioia. Purtroppo, ancora una volta, un dramma legato a questioni che con il calcio, lo sport e con la parte sana, dominante, della città di Napoli, non hanno nulla a che fare.