Diritti tv Serie A, è bufera: perchè il prossimo anno vedremo meno

Il calcio italiano si sta preparando ad una vera rivoluzione sui diritti tv della Serie A: cosa cambierà per i tifosi italiani

Il futuro del calcio italiano è una partita con non si gioca solo in campo. Mai come in questo momento i club hanno bisogno di ossigeno nei bilanci e quindi la vendita dei diritti tv per la Serie A diventa decisiva.

Diritti tv, sarà rivoluzione per la Serie A
Diritti tv, sarà rivoluzione (Ansa Foto) – SerieBnews.com

Il punto di partenza sono gli 840 milioni di euro che aveva messo sul piatto DAZN nell’ultima occasione per aggiudicarsi il pacchetto in esclusiva delle dieci partite di Serie A. Una cifra che oggi i presidenti ritengono insufficiente perché il loro obiettivo minimo è superare 1 miliardo a stagione. E non a caso è passato la linea promossa da Claudio Lotito, patron dalla Lazio, per allungare da tre a cinque stagioni la vendita dei diritti.

Quindi nel bando andranno tutte le partite di campionato fino alla stagione 2028/2029 e ora l’Antitrust ha approvato le linee guida per la commercializzazione dei diritti audiovisivi. In ballo ci sono le partire di Serie A, ma anche Coppa Italia, Supercoppa Italiana e poi Campionato Primavera, Coppa Italia Primavera e Supercoppa Primavera. Un pacchetto unico oppure più pacchetti sfusi che saranno ridiscussi anche lunedì 24 aprile in una nuova riunione della Lega di Serie A. Intanto però dall’Antitrust sono arrivate alcune indicazioni precise che sono veri paletti nella vendita.

Il primo è anche un crocevia essenziale perché la Lega dovrà fare in modo che siano ammesse “offerte da parte di più operatori”. In pratica sarà molto difficile strutturare un pacchetto con tutte le 380 partite di Serie A in esclusiva, anche per favorire la concorrenza e quindi indirettamente i tifosi che si abbonano.

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In pratica la Serie A potrebbe seguire la stessa linea recentemente adottata dalla Lega B. Non più tutto in mano ad un solo esclusivista ma più co-esclusive, diversificando anche i mezzi di trasmissione. Questo dovrebbe favorire gli operatori perché se cresce il numero degli acquirenti automaticamente dovrebbe abbassarsi il prezzo di acquisto dei diritti e quindi gli utenti finali pagherebbero meno. Ma in compenso i club potrebbero incrementare i ricavi totali con più operatori diversi sulla scena.

Lo dice anche l’Antitrust: i pacchetti dovranno essere articolati in modo da permettere che diversi operatori, indipendentemente dalla loro piattaforma di riferimento, possano partecipare. Una pressione concorrenziale che provocherà un calo generale dei prezzi praticati per i consumatori finali.

Diritti tv Serie A, le novità per i tifosi: l'attesa cresce
Diritti tv Serie A, le novità per i tifosi (Ansa Foto) – SerieBnews.com

Cosa indica quindi l’Autorità per i nuovi pacchetti? Dovranno esserci due precise linee: un criterio quantitativo, con il pacchetto più piccolo che preveda almeno un quarto delle gare del pacchetto più grande, indipendentemente dalla modalità di vendita. Ma anche un criterio qualitativo: il pacchetto più piccolo dovrà comprendere partite giocate in una finestra oraria singola, dalle 18 in poi, in numero pari almeno alla metà delle gare comprese in questo pacchetto.

Infine, in caso di vendita ad una piattaforma o vendita mista prevede che la commercializzazione includa un numero minimo di tre pacchetti che abbiano come oggetto la trasmissione integrale delle gare. Le piattaforme saranno suddivise in tre fasce: satellitare, digitale terrestre, Internet e altre piattaforme.

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