La Procura Federale Figc ieri ha scritto un’altra pagina della giustizia sportiva, filone nato anch’esso dall’inchiesta Prisma.
Non si fermano le indagini sulla Juventus e sui bilanci del club bianconero, quotato in borsa e al centro di un caso che quest’estate potrebbe portare ad una punizione ben più grave dei 15 punti di penalizzazione avuti finora. Il capo della Procura Federale, Giuseppe Chinè, ha notificato alle parti l’avviso di conclusione indagini inerente il filone delle scritture private e degli stipendi.
Parliamo di fatti che riguardano le stagioni 2019-2020 e 2020-2021. Ora gli indagati hanno 15 giorni per essere ascoltati o produrre una memoria difensiva. Ad esito di questo periodo, entro 20 giorni Chiné procedere ad eventuale deferimento o archiviazione. La Juventus, come noto, lo scorso 20 gennaio è stata già condannata al -15 dalla Corte d’Appello Federale per le presunte plusvalenze fittizie. Pronuncia appellata, dal club e dai 12 imputati, al Collegio di Garanzia che si esprimerà a partire dal 19 aprile.
Era già atteso per la scorsa settimana, l’avviso di conclusione indagini sul fascicolo riguardante le scritture private tra la Juventus e 21 tesserati è stato notificato ieri alle parti. Gli accordi tra il club e i giocatori vertevano soprattutto sul pagamento degli stipendi nelle due stagioni contraddistinte dal Covid, biennio 2019-2021.
Scritture private e stipendi: contestata la lealtà sportiva
Tra le azioni contestate ai vari soggetti deferiti, tra cui l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli e l’ex ds, Fabio Paratici, il non aver rappresentato nei moduli federali proprio questi patti sanciti con alcuni calciatori. Al club viene imputata la violazione dell’articolo 4.1 del Codice di Giustizia Sportiva, una sorta di norma omnibus riguardante la correttezza, la lealtà e la probità sportiva. Nel comunicato è stralciata la posizione dei giocatori, mentre sono coinvolti alcuni agenti.
Come riporta anche sportmediaset.it, in riferimento alla stagione 2019/20 si evidenzia la riduzione quattro mensilità, riguardante ben 21 calciatori, oltre al tecnico dell’epoca, Maurizio Sarri. Secondo gli inquirenti, tale intese non sarebbero state depositate, già sapendo che le carte in oggetto sarebbero state inserite dopo il 30.6.2020, ovvero a esercizio contabile chiuso.
Secondo Via Campania, queste manovre, ripetute in modo simile anche nel 2020-2021, avrebbero portato ad un’alterazione dei bilanci. Per la Procura, inoltre, i tagli ai compenso sarebbero stati recuperati negli anni successivi. Negli artigli di Chiné non finiscono i giocatori, “salvati” in assenza della loro consapevolezza sull’eventuale uso delle carte fatto poi dopo dalla Juventus.
Infine, questi i procuratori imputati perché avrebbero intascato soldi in assenza di reale operatività di intermediazione: Davide Lippi, Gabriele Giuffrida, Giorgio Parretti, Antonio Rebesco, Luca Ariatti, Silvio Pagliari, Giuseppe Galli, Michele Fioravanti, Luca Puccinelli, Tullio Tinti, Vincenzo Morabito.