Non c’è solo il calciomercato come argomento principe nel calcio italiano in questi giorni. Anche il sistema calcistico, le tasse e i diritti TV tengono banco
Le società di calcio, soprattutto italiane, si trovano ad affrontare una ripresa post covid decisamente impervia e piena di paletti.
La questione non coinvolge solamente la squadre di Serie A, anzi, con ogni probabilità i club più in difficoltà sono proprio quelli dei campionati minori. Nella diretta Tv Play di ieri sono stati toccati argomenti delicati quali il sistema fiscale e la disparità nella suddivisione dei diritti TV, paragonando il sistema italiano a quello della Premier League.
Bandecchi: “Bisogna fare i conti, siamo poveri”
Intervenuto ai microfoni di calciomercato.it sul canale Tv Play, il presidente della Ternana, Stefano Bandecchi, ha compiuto una disamina approfondita sugli argomenti “extra-campo” che orbitano intorno ai club italiani.
Non è certo un segreto che il sistema calcio in toto sia da riformare secondo molti esponenti del panorama sportivo, ma Bandecchi ci va giù pesante, anche per quanto riguarda il recente emendamento Salva Calcio: “Ci sono dei problemi in generale. Parlando di calcio si entra in un ambito differente. Oggi il calcio è improduttivo. La Ternana senza i trenta milioni che ci mette l’università Cusano non produce niente. Dovresti penalizzare gli impiegati. Vale la stessa cosa per gli altri. C’è chi ne approfitta e fa dei debiti. Il calcio non rende, o le società non starebbero messe così. Non sono affari miei se la Juventus, o il Milan, o l’Inter stanno come stanno. Le squadre di Serie A e B devono versare un sacco di tasse. Perché io ho pagato tutto fino a ora avendo meno da investire sul mercato e qualcuno ha in tasca 50 milioni in più che pagheranno nei prossimi 5/6 anni? Ammesso che sia vero…Già qui si creano due difficoltà importanti. Si salvano delle società che non producono niente. Quando dicono che il calcio produce mi viene da ridere. Me lo devono dimostrare”.
Bandecchi poi si è concentrato sul discorso delle tasse: “Mi sembra di essere l’idiota di turno ad aver pagato. Saremo quattro/cinque cllub che abbiamo pagato le tasse. Se è un riferimento all’Inter? Non mi competono le società di Serie A. Certamente se avessi una squadra in Serie A proibirei a qualche squadra di fare mercato. Non devono fare nulla. Devono pagare i loro debiti e non rompere le scatole. Perché io devo fare mercato con i soldi miei e c’è chi fa mercato con i soldi miei delle tasse che non ha pagato? Che modo è?”.
Il presidente della Ternana non risparmia certo attacchi diretti ai club di Serie A, poi svela un retroscena molto interessante: “Se mi è venuto da dire mando tutto a quel paese? Ovviamente si. Io sono disponibile ad andare a mangiare a cena e vedere chi si sta arricchendo col calcio…ci insegnasse come fare. Io cambierei il calcio facendolo diventare redditizio. Bisogna far vedere le partite alle persone, e far sì che i soldi che entrano siano guadagno. Non ho mai capito perché il calcio sia trattato in modo indipendente. Il calcio se la canta e se la suona. va rifondato. Il governo pensasse a rifondarlo in modo redditizio”