Dopo le dimissioni dell’intero consiglio amministrativo, per la Juventus sembra non esserci pace.
Non c’è pace per la Juventus. Dopo le dimissioni dell’intero consiglio amministrativo, i bianconeri sono al centro di una bufera che potrebbe portare sanzioni pesanti per il club. Di questo ne è convinto l’avvocato Mattia Grassani che, intervenuto a Radio Anch’io lo sport, ha spiegato la situazione del club torinese.
L’avvocato, infatti, ha dichiarato che “questa è l’indagine più pesante e grave che la Juve ha subito nella propria storia, forse anche superiore a quella di Calciopoli. Perché le fattispecie sia di reato, sia di violazione di norme borsistiche, norme societarie e sportive abbracciano un’arco di comportamenti illeciti, siamo ovviamente alle ipotesi, che non ha precedenti”.
Avvocato Grassani: “possibile retrocessione”
Continuando il proprio intervento, l’avvocato ha parlato anche di possibile retrocessione per la Juventus. Grassani, infatti, ha aggiunto che “la Juventus rischia più dell’ammenda o della penalizzazione. Quello che sta emergendo, secondo la norma, può portare all’esclusione del campionato e alla retrocessione”. Nel dettaglio, l’avvocato ha precisato che “la norma prevede che, in caso di ottenimento dell’iscrizione al campionato attraverso alterazione di documenti, di scritture private che posticipano i pagamenti dovuti ai calciatori nella stagione 2021/22, o che addirittura rinunciano fittiziamente, può comportare addirittura l’esclusione dal campionato, la retrocessione all’ultimo posto e la perdita del titolo di campione d’Italia”.
Per quanto riguarda le tempistiche, Grassani ha aggiunto che “i tempi? Siccome la giustizia sportiva ha tempi brucianti e la necessità che le sanzioni siano afflittive, a differenza della giustizia penale, civile e di quella borsistica, se dovesse esserci deferimento, il procedimento si concluderà sicuramente entro la stagione 2022/23 e le sanzioni saranno poi scontate immediatamente”. Ha poi concluso il proprio intervento sulle dimissioni di Andrea Agnelli, dichiarando che “le dimissioni in blocco del cda della Juventus ricordano la scelta che fece la dirigenza bianconera nel 2006, quando Moggi, Giraudo e Bettega si dimisero all’apertura del procedimento sportivo. Ed è un segnale positivo: la Juventus ha tagliato nettamente con il passato, ma non basta a ridurre la gravità dei fatti né ad arrivare a sanzioni più miti. Si tratta di reati societari che con le dimissioni non sono più reiterabili, quindi la richiesta di arresti domiciliari per Agnelli sarebbe inutile, non credo che la procura faccia ricorso su quella richiesta. Credo che la vicenda proseguirà con tutti gli indagati in libertà”.