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Dal Campo

Cristiano Ronaldo chi? Senza di loro non sarebbe mai esistito

Cristiano Ronaldo chi? Senza quello che vi stiamo per raccontare non sarebbe mai esistito così come il suo Siuh o tante altre cose ancora.

Era un calcio diverso, quello che amavamo negli anni novanta e che non ritornerà più. Un calcio dove la nostra Serie A era il campionato più importante del mondo e dove facevano a gomitate per venire a giocare.

Cristiano Ronaldo (Ansa)

Siamo negli anni novanta e un’esultanza molto particolare, a tratti imbarazzanti, cambia per sempre la storia del calcio nostrano. Anni novanta il Bari al San Nicola inizia a esultare a ogni gol con un simpatico trenino a quattro zampe composto da diversi calciatori. A inventarla, o meglio a portarla a Bari, fu Miguel Anguel Guerrero roccioso attaccante colombiano arrivato dall’Atletico Junior.

A La Gazzetta del Mezzogiorno specifico: “A Barranquilla la usavamo così decisi di riproporla ai miei compagni in Italia”. La prima volta in assoluto fu realizzata nella sfida Padova Bari terminata 0-2 era il 25 settembre del 1994. La notorietà arriva nell’ottobre successivo quando il Bari va a farla a San Siro in una gara vinta 2-1 con i gol di Guerrero stesso e Tovalieri. Fu copiatissima e ripresa in diversi film, come Selvaggi, ma scatenò di fatto la fantasia di tanti calciatori in grado di inventare esultanze diventate marchi di fabbrica.

Il Bari dietro tante esultanze

Il Siuh di Cristiano Ronaldo, la mitraglia di Gabriel Omar Batistuta, la maglia rovesciata di Fabrizio Ravanelli, l’esultanza a braccia aperte di Mario Balotelli e tante altre ancora di fatto arrivano tutte da lì perché di fatto il Bari fu il primo a utilizzare una coreografia sistematica dopo un gol. Una tradizione che ha colorato i ruggenti anni novanta fatti di motivetti, colori, simpatiche situazioni e un pubblico sempre trascinato.

Ci mancano terribilmente quegli anni in cui anche un Bari poteva andare a fare risultato ovunque e guadagnarsi posti prestigiosi in classifica, in cui non c’era il divario noto tra piccole e grandi squadre. Un periodo che non aveva ancora visto l’arrivo massiccio e determinante di sceicchi e introiti televisivi a cambiare in favore dei potenti il calcio e lasciando le briciole agli altri. Oggi viviamo il secondo Mondiale di fila senza gli azzurri in una situazione in cui i grandi calciatori vengono solo a chiudere la carriera o se non riescono a sfondare negli altri campionati. E ora sì anche le nostre big si devono accontentare delle briciole.

MatFan

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