Ci sono diversi lutti che hanno sconvolto l’Italia purtroppo, ma sicuramente ce n’è uno che non dimenticheremo mai e che lascia ancora oggi tutti senza parole.
La terribile morte in questione ha creato grandissimo dolore in un pomeriggio che tutti vorrebbero dimenticare ma che purtroppo rimane limpida nella mente di moltissimi.
Il calendario diceva 14 aprile 2012, dieci anni fa, oltre dieci anni fa. Nonostante di tempo ne sia passato dalla morte di Piermario Morosini il dolore non si può assolutamente dimenticare, anzi crea ancora grande dispiacere con quello splendido ragazzo che non è stato mai dimenticato e ogni anno viene ricordato.
Si giocava il 14mo turno di ritorno di Serie B in Pescara Livorno allo Stadio Adriatico. Il calciatore amaranto si accascia a terra, prova a rialzarsi ma ricade, dimostrando anche in quel terribile momento la sua forza di volontà che aveva sempre dimostrato sul rettangolo verde di gioco. Il 2 luglio furono resi noti i dati dell’autopsia che parlarono di una rara malattia ereditaria per il calciatore e cioè la cardiomiopatia aritmogena.
Una vita complicata quella del ragazzo che era rimasto solo dopo la morte dei genitori e che doveva aiutare anche la sorellina Maria Carla affetta da una disabilità. Una storia dolorosa per un bravo ragazzo e un buon calciatore che avrebbe meritato sicuramente una maggior dose di fortuna.
Piermario Morosini nasce a Bergamo il 5 luglio del 1986. Da piccolo giocava con la Polisportiva Monterosso per passare alle giovanili dell’Atalanta nel 1995 a nove anni. Il ragazzo cresce e viene notato dall’Udinese che lo acquista a 19 anni facendolo debuttare in Serie A. L’allenatore che lo lancia è Serse Cosmi quando il 23 ottobre lo inserisce nella sfida casalinga contro l’Inter.
Da quel momento inizia un percorso di prestiti vestendo le maglie di Bologna, Vicenza, Reggina, Padova e ancora Vicenza. Era ancora di proprietà dell’Udinese quando viene girato in prestito al Livorno, la sua ultima squadra. Aveva fatto tutto il percorso delle giovanili della nazionale azzurra partendo dall’Italia U17 per arrivare all’U21 con la quale conquista il bronzo all’Europeo di Svezia 2009. Non conquisterà però mai, purtroppo, la maglia della nazionale maggiore.
Dopo la sua morte hanno ritirato la maglia numero 25 le sue ex squadre Vicenza e Livorno. I biancorossi hanno dedicato a lui il centro tecnico con un memorial dal titolo La speranza… in un ricordo. Inoltre le sono state intitolate la gradinata dell’Armando Picchi di Livorno e la curva sud dello Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo. Anche a Pescara si è deciso di intitolargli la curva del settore ospiti.
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