Situazione caotica in casa Brescia: il ds Francesco Marroccu ha provato a fare chiarezza confermando Inzaghi ma lanciando un avvertimento
Al culmine di una giornata convulsa, nella quale si sono rincorse le voci su una possibile rinuncia del neo allenatore Diego Lopez per l’incarico di tecnico del Brescia, il ds delle Rondinelle, Francesco Marroccu, ha fatto chiarezza.
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La clamorosa decisione del presidente Cellino, che ha fatto infuriare la piazza, è stata in qualche modo congelata anche per la presenza di una clausola, finora sconosciuta, presente nel contratto dell’ex centravanti di Juve e Milan. Secondo tale accordo, l’esonero non sarebbe stato possibile se il Brescia avesse occupato una delle prime 8 posizoni di classifica. Con la terza piazza (e si che le Rondinelle sono state anche a lungo in testa) attualmente appannaggio dei lombardi, l’allontanamento di Superpippo non è cosa possibile.
“Inzaghi è l’allenatore del Brescia. Deve collaborare con il club. Non vuol dire che deve subirlo, ci deve essere feeling. Che lui ha avuto nella partenza del Brescia che non ci sarebbe stata senza il suo carisma. Ha grandi meriti. Abbiamo fatto un mercato netto e chiaro, lui e Cellino si sono detti delle cose. Qui occorre sapere misurarsi con una persona lungimirante che non vive sul risultato”, ha esordito il dirigente. “I risultati sono ottimi, ma è la proiezione che ci ha fatto riflettere. Dobbiamo portare il Brescia in A e per andarci dobbiamo essere pronti a triturarci. La strada la traccia però il presidente, non io e non Inzaghi. Io posso incidere come ha inciso Inzaghi che però nell’ultimo periodo è stato sfiancato da tutto questo. Io con lui mi sono trovato bene. Dobbiamo andare in Serie A e tutte le mosse sono solo orientate a questo”.
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“Come possiamo ripartire ora con Inzaghi? Con una sola strategia: Serie A. Nessuno deve andare a cena con nessuno. A Inzaghi ora dirò: rimbocchiamoci le maniche e poi ripartiamo. Ci sono state partite difficili, la squadra è arrivata anche con un carico di pressione alle partite casalinghe. Inzaghi in tutta la gestione è sempre stato un martello, non ha mai perso energia però nell’ultimo fine settimana ho visto qualcosa di diverso. Ma io non dimentico i miei quattro mesi con lui e possiamo rimettere a posto tutto. La squadra può trarre solo cose buone da questo scossone. Nessuno è insostituibile, ma che Inzaghi abbia la squadra in mano non è in discussione. È possibile che la reazione dell’ultimo weekend di Inzaghi sia figlia di un forte stress. Per stare qui ci vuole resilienza. Inzaghi non è un nemico, io ho percepito un momento di sua difficoltà e non ho svolto nel dialogo tra lui e il presidente il mio solito ruolo. A me Inzaghi piace molto e la tipologia della determinazione è fondamentale. Mi aspetto che dica torno, arrivo”, ha concluso.
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