In esclusiva ai microfoni di SerieBnews.com, Alessandro Calori si racconta: “Mi manca allenare, sono pronto per un’altra avventura”, poi la parentesi sull’amico Andrea Pirlo
Fermo e lontano dalle panchine del nostro calcio dal 2019, Alessandro Calori ha desiderio di tornare a respirare l’aria di campo: “Ho avuto un periodo di pausa, per diversi motivi, ma sento la mancanza e ho una grande voglia di tornare ad allenare – racconta in esclusiva ai microfoni di SerieBnews.com l’ex tecnico del Brescia (tra le altre), che poi rivela – Già quest’anno c’è stata qualche chiacchiera con diverse società, sia in Serie B che in Serie C. Alla fine non si sono creati i presupposti giusti, ma si erano presentate un paio di occasioni”.
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E chissà, allora, che già l’anno prossimo possa rivelarsi quello buono per un ritorno in panchina di mister Calori: “Se si ricordano, sono qua. Non ho un procuratore, ma spero che qualcuno mi dia la possibilità di rientrare. Oggi il calcio è cambiato, anche nelle scelte tecniche: si ricerca più l’amico, il conoscente, quando andrebbe valutato anche e soprattutto il lavoro, la capacità e l’esperienza di un allenatore. E quando si lancia un allenatore giovane, a volte, lo si fa più per risparmiare qualcosina – spiega senza malizia Calori, che poi puntualizza – Non è un discorso polemico il mio, semplicemente nel calcio di oggi avere un procuratore aiuta molto”.
E a proposito di allenatori giovani e discussi, impossibile non chiedere a Calori una parentesi anche sull’amico Andrea Pirlo, attuale allenatore della Juventus e sotto i riflettori della critica sportiva per il rendimento dei suoi bianconeri: “Siamo stati ex compagni, gli voglio ancora un gran bene. Andrea non ha nessuna colpa: gli è stato chiesto di allenare la Juventus e sfido chiunque al mondo a rifiutare una proposta simile. Chi lo fa, sarebbe da rinchiudere (ride ndc)”.
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“Sicuramente esser stato un grande giocatore aiuta – continua Calori su Pirlo, che poi spiega – L’esperienza, però, può dartela solo il lavoro in campo: allenare è come gestire una piccola azienda. La Juventus è piena zeppa di campioni e bisogna guidarli e dargli una logica, Andrea lo sa bene. Per lui è stato un inizio top, ma è chiaro che sia difficile raccogliere una squadra che ha vinto per nove anni di fila. Nel calcio, i cicli si aprono e si chiudono”.
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