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La cavalcata della Salernitana | Meriti e motivi della storica promozione

Quando si vince i meriti sono di tutti, ma la promozione in Serie A della Salernitana ha alcuni protagonisti ben precisi. Su tutti Fabrizio Castori ma non solo: ecco cosa ha portato la squadra granata in massima serie dopo ventitré anni di attesa.

Fabrizio CastoriFabrizio Castori
(Fabrizio Castori via Getty)

Il primo motivo della promozione della Salernitana in Serie A ha nome e cognome: Fabrizio Castori. Il tecnico marchigiano, tornato a Salerno dieci anni dopo un’esperienza terminata con due esoneri in una stagione, ha confermato di essere uno dei tecnici più importanti della categoria. Quella di Salerno è la sesta promozione in carriera, la seconda in massima serie dopo quella storica conquistata sulla panchina del Carpi.

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Arrivato tra lo scetticismo generale, Fabrizio Castori ha avuto il merito di creare un gruppo solido, fornendo principi di gioco semplici, all’insegna dell’equilibrio, ma vincenti. Fondamentale è stato anche imporsi in sede di calciomercato, soprattutto nella scelta del portiere. Nonostante la presenza di Alessandro Micai in rosa, il trainer marchigiano ha chiesto (ed ottenuto) Vid Belec, tra i principali protagonisti della cavalcata che ha riportato l’ippocampo nell’olimpo del calcio italiano.

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Un altro merito di Fabrizio Castori va individuato tra la fine del 2020 e il gennaio del 2021: la Salernitana perde tre partite di fila contro Monza, Pordenone ed Empoli: in terra toscana incassa un pesante 5-0 che porta il tecnico granata a rivedere alcuni aspetti della sua squadra, trovando un equilibrio difensivo risultato decisivo nel corso della seconda parte di stagione.

Salernitana ©Getty Images

La Salernitana raggiunge la promozione: i motivi del successo

Il secondo motivo che ha spinto la Salernitana in massima serie è sicuramente l’unione del gruppo: si è ripartiti da pilastri come Di Tacchio e Djuric, ai quali si sono aggiunti Gyomber, Bogdan, il già citato Belec, il figliol prodigo Casasola, i ‘fratelli polacchi’ Kupisz e Jaroszynski (anche se quest’ultimo è arrivato a gennaio, tornando in granata proprio dal Pescara) e bomber Gennaro Tutino, capocannoniere granata con tredici reti realizzate, l’ultima proprio nella decisiva vittoria di Pescara.

Infine, l’aspetto ambientale – paradossalmente – ha aiutato la Salernitana. Da un lato lo stadio chiuso per l’emergenza Covid ha isolato la squadra dalle legittime critiche estive, dopo l’ennesimo campionato fallimentare chiuso con un posizionamento a centro classifica nonostante la presenza di Gian Piero Ventura in panchina. Spalti e vuoti e società… in silenzio. Il club, a partire dal vulcanico co-patron Claudio Lotito, ha limitato gli interventi mediatici (nel bene e nel male) scegliendo la via del silenzio e evitando ulteriori attriti con una piazza passionale come quella di Salerno che ora non ha voglia di fermarsi.

 

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Paolo Siotto

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Paolo Siotto
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