Tutta la sincerità di Alessio Cerci che ha parlato della sua carriera e degli errori che non lo hanno fatto rendere al meglio, inoltre sulla voglia di giocare ancora
Dichiarazioni a cuore aperto quelle di Alessio Cerci che è intervenuto durante la trasmissione ‘Tiki Taka’ condotta da Piero Chiambretti, parlando della sua carriera fino all’ultima esperienza che ha portato alla rescissione con l’Arezzo. L’esterno che era esploso a Pisa e Torino nel segno di Ventura fino ad arrivare a vestire anche la maglia dell’Atletico Madrid prima e del Milan poi. Fino a quando si è spento dando inizio alla sua parabola discendente terminata con la rescissione del contratto ad Arezzo.
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Parla Cerci: “Dovevo lavorare di più, torno se ne vale la pena”
“Non sono riuscito ad esprimermi nelle altre squadre come avevo fatto nei due anni di Torino. Lì c’era un ambiente e un mister come Ventura che mi hanno dato tutto e per questo ho raggiunto grandi traguardi. A volte rido e penso tra me e me che forse mi sarebbe convenuto far includere nel mio contratto anche mister Ventura. C’è stato un rapporto speciale che mi ha permesso di esprimermi al massimo, pur avendo avuto discussioni, però mi ha capito ed è stato uno dei pochi a sapere che tipo di giocatore aveva a disposizione”.
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“Ventura ha creduto tanto nelle mie qualità. Quello che è successo dopo non me lo so spiegare. Forse ho sbagliato a pensare che il talento potesse bastare per giocare in grandi palcoscenici come la Champions League. Dovevo lavorare di più! Ci sono stati problemi mentali ma anche fisici a frenarmi, mi sono operato varie volte al ginocchio. la mia forza sta nella velocità e nell’esplosività e dopo gli infortuni non riuscivo più a spingere nello stesso modo. Vorrei tornare a giocare ma solo se ne vale la pena. Ma vorrei ricordare che io sono partito da un piccolo paesino e ho comunque realizzato i miei sogni e per questo sono soddisfatto, a prescindere dalle cose negative”.