La gara col Cagliari lascia in dote tante polemiche e l’incubo della retrocessione: cosa non ha funzionato per il Benevento dei ‘record’?
Due vittorie nel 2021 e un vantaggio di oltre 10 punti dalla zona salvezza, dilapidato nel corso di un intero girone. Il Benevento di Pippo Inzaghi non ha frenato: è letteralmente crollato. Eppure, le prime diciannove giornate di campionato avevano fatto pensare ad una formazione completamente diversa da quella vista nella prima (e storica) apparenza nel massimo campionato. La maggior esperienza, il telaio del gruppo che aveva stravinto la Serie B, un allenatore in rampa di lancio come Inzaghi: tutti elementi che dovevano dare un quid in più alle Streghe, e che invece si sono rivelati tutti boomerang letali, in un girone di ritorno da dimenticare. Certo, la gara col Cagliari lascia strascichi e rimpianti extra-calcistici, ma sulla bilancia pesano molto più i tanti punti gettati via dalla formazione sannita, incapace di blindare un margine che sembrava inattaccabile, dopo la vittoria di Torino, contro la Juventus.
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Benevento, troppi rimpianti per la squadra che ammazzò la Serie B
E allora, diventa obbligatorio chiedersi: cos’è successo alla squadra che ‘ammazzò’ la Serie B, lo scorso anno? Alla squadra che raggiunse la promozione con 7 giornate di anticipo, riscrivendo tanti record del campionato cadetto? E’ una domanda che trova risposta, in parte, nel calo di rendimento del Benevento di Inzaghi. Nella prima parte di stagione, il cammino era stato quasi da ottava-decima forza del campionato, mentre nel girone di ritorno è crollato a picco. E la campagna acquisti, paragonata a quella di Cagliari e Torino, non è sembrata all’altezza della categoria, con la solita incognita Gaich a rimpolpare (concretamente) la formazione di Pippo Inzaghi.
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E nonostante l’impresa dello Stadium, sono troppi i punti che i sanniti hanno gettato all’aria negli ultimi minuti di gioco, soprattutto nelle gare cruciali del proprio campionato. I pareggi contro Torino e Parma, le sconfitte con Sassuolo e Udinese, e non solo: troppi i match point salvezza che la truppa di Inzaghi ha dilapidato, prima del disastro sportivo e mediatico, scatenatosi dopo l’1-3 col Cagliari. Adesso, il ritorno in Serie B sembra quasi inevitabile, con i sanniti che saranno chiamati a giocare gli ultimi 270′ di campionato, contro Atalanta, Crotone e Torino: tre gare dove servirà l’impresa per conservare la permanenza in Serie A ed evitare una retrocessione che rischia di portare la società beneventana ad una vera e propria rivoluzione. Dal presidente Vigorito al tecnico Inzaghi, passando per il DS Foggia e il cuore principale dello spogliatoio: il futuro tecnico (e non solo) del Benevento non è mai stato così nebuloso, in vista della prossima stagione.