Henoc N’Gbesso, il ‘nuovo’ Balotelli già decisivo per la Primavera

Chi è Henoc Stephane N’Gbesso, giovane e promettente attaccante italiano di origini ivoriane di proprietà del Milan. In questa stagione ha fatto il suo esordio con la formazione Primavera rossonera.

Halilovic MIlan serie b
MIlan, San Siro ©Getty Images

Nato a Brescia il 12 marzo del 2003 Henoc Stephane N’Gbesso, è un attaccante originario della Costa d’Avorio in forza al Milan. In rossonero dall’estate del 2019, in questi due anni ha dovuto fare i conti prima con un infortunio al crociato e poi con l’emergenza Covid che ha frenato l’attività del calcio giovanile a livello nazionale. Il giovane attaccante però non si è perso d’animo e proprio di recente è riuscito a mostrare tutto il suo valore.

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Dopo essersi messo in mostra con le formazioni Under 17 e Under 18, Henoc N’Gbesso lo scorso 20 marzo ha fatto il suo esordio assoluto con la formazione Primavera allenata da mister Federico Giunti, lasciando subito il segno. Entrato in campo al 60′ nella sfida con i pari età del Cagliari, gli sono bastati tre minuti di gioco per segnare il suo primo gol in categoria. Un gol di piattone destro bomber puro e che ha permesso al Diavolo di portare a casa tre punti pesantissimi. Nel finale inoltre va segnalata anche un pallonetto finito sulla traversa che gli ha negato la gioia della doppietta.

Chi è Henoc N’Gbesso, promettente attaccante del Milan

Classico attaccante moderno, Henoc N’Gbesso il prossimo anno potrebbe già trovar spazio in Serie B, magari seguendo le orme di Frank Tsadjout che sta facendo molto bene al Cittadella. Più probabile però che resti a Milanello, in forza alla formazione Primavera, di cui potrebbe diventare protagonista ed elemento imprescindibile.

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Calciatore promettente ma non solo. Henoc N’Gbesso in passato ha già dimostrato di essere un uomo. Nel novembre del 2019, dopo i cori razzisti rivolti a Mario Balotelli durante la partita tra Hellas Verona Brescia, il classe 2003 parlò di una “ferita sentita addosso” dimostrando grande empatia e sensibilità e sostenendo che ad uscire dal campo dovevano essere “non solo i giocatori di colore, ma tutti. Solo così la gente si renderebbe conto del problema”. Campione in campo e fuori, sulle orme proprio di Balotelli ma con la consapevolezza di avere una lunga strada davanti.

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