In un’intervista a ‘Specchio’, l’ex allenatore del Parma Alberto Malesani ha ripercorso la sua carriera tra gioie e dolori
Un Malesani inedito, o quasi, quello che ha parlato ai microfoni di ‘Specchio’. Tra picchi altissimi e l’arrivo in Serie B con il ‘suo Verona‘, l’ex allenatore ripercorre la sua carriera, lui che dopo la vittoria della Coppa Uefa con il Parma era considerato uno dei migliori talenti in panchina in Italia. Qualcosa, evidentemente, però è andato storto e l’ha messo pure lui.
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L’ultima esperienza su una panchina per Alberto Malesani, ex allenatore veronese arrivato alla conquista della Coppa Uefa nel 98 con il Parma, risale al 2014, con il Sassuolo. Da allora sono passati sette anni, e l’ex mister ha qualche sassolino che vuole levarsi dalle scarpe. Nel mentre, però, si dedica alla sua azienda vinicola, lontano dai campi da calcio.
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A ‘Specchio, ha raccontato: “So qual è stato il mio errore: ero arrivato molto in alto quando ho deciso, per amore di Verona, di allenare l’Hellas L’errore non fu solo la retrocessione di quell’anno, ma il fatto che nella vita non si deve mai tornare indietro”. “Me lo hanno detto diversi colleghi. Ho fatto una scelta sbagliata, avrei dovuto guardare avanti – ha continuato l’ex Parma e Fiorentina. E poi un giorno Rafa Benitez mi ha domandato: ‘Ma tu ce l’hai un agente? Ce l’hai un procuratore?’. No, non ce l’avevo. I miei sbagli sono stati questi. Ma sono contento lo stesso”.
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Ma non ci sono solo rimpianti: “La vittoria della Coppa Uefa a Mosca. Mi tremavano le gambe, avevo la pelle d’oca. Auguro a tutti un momento così”, ha detto e poi ha concluso parlando del rettangolo verde e di quanti amici siano rimasti di quel mondo: “Quelli del mio paese, San Michele Extra. Pochissimi nel mondo del calcio. L’allenatore Ezio Sella, qualche giocatore, nessun dirigente. Finché sei a un certo livello ti cercano tutti, poi spariscono. Ma anche questo fa parte del gioco”.
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