Coronavirus, tamponi ai calciatori. Dalla Serie B: “Sì, ma senza privilegi”

Cittadella Iori
Pallone della Serie B (Getty Images)

Il calcio potrebbe ripartire, ma assicurandosi la totale sicurezza per la salute dei calciatori con dei tamponi. Dalla Serie B l’avvertimento…

L’emergenza coronavirus ha causato lo stop dei campionati italiani di calcio ad ogni livello. E, come giusto che sia, ad ogni livello ci si interroga su come e quando si possa ripartire. Tante le idee al vaglio, ma è quasi certo che in caso di ripartenza i calciatori possano essere sottoposti al test del tampone per poter rendere sicure le situazioni salutari dei calciatori e di tutti i coinvolti de caso. Di questo e di altro ha parlato a Il Mattino di Padova Manuel Iori, capitano del Cittadella. “Non scommetterei sulla ripartenza del campionato – ha detto – In Italia stiamo cercando il modo di ripartire perché il calcio è la terza impresa nazionale. Sinceramente non credo ci siano altri motivi per pensare a tornare a giocare se non questo: se non lo si fa, molte società saranno in grosse difficoltà economiche”.

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Cittadella, Iori: “Tamponi? Negli ospedali scarseggiavano”

Ma Iori ha anche aggiunto: “Dopodiché subentra un altro problema: ognuno vuole tirare acqua al proprio mulino e mette i suoi interessi davanti a quello comune. Chi è davanti vuole ricominciare per essere promosso, chi è dietro vuole fermarsi per non rischiare di retrocedere”. E poi, a proposito dei possibili tamponi ai calciatori: “Se si ripartirà, la ripresa dovrà essere eticamente corretta: giusto fare il tampone e gli esami del sangue, ma non posso pensare di effettuare 4 tamponi ogni due settimane, quando in ospedale nei momenti di crisi non ce n’erano a sufficienza”.

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Pallone Serie B (Getty Images)

“Noi calciatori non dobbiamo essere dei privilegiati, mi auguro che si considerino anche questi aspetti”, ha concluso il capitano del Cittadella.

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