Coronavirus, presidente Gozzi: “Colpo di grazia per il mondo dilettantistico”

Il presidente dell’Entella, Antonio Gozzi, parla della sospensione del campionato, dei problemi economici e della cassa integrazione per i giocatori

Antonio Gozzi (Getty Images)

L’argomento principale delle ultime settimane nel mondo del calcio è sicuramente quando e se riprenderà il campionato. La sospensione delle attività ha avuto inevitabili ripercussioni finanziare sulle società, che senza scendere in campo perdono una cospicua parte di incassi. Ad intervenire sull’argomento è stato il presidente della Virtus Entella, Antonio Gozzi, che parla delle difficoltà economiche attuali per i club e si dichiara favorevole alla cassa integrazione per i calciatori.

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Pallone Serie B (Getty Images)

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Coronavirus, il presidente Gozzi: “La cassa integrazione per i calciatori? Perché no”

In un’intervista al quotidiano ”Il Secolo XIX’‘, il presidente dell’Entella, Antonio Gozzi, parla della ripresa della campionato: ”Oggi il pallone è davvero l’ultima cosa che conta. La priorità è che quest’emergenza finisca prima possibile e che si possa tornare a una parvenza di normalità”. Poi affronta il discorso economico, tasto dolente per le società al momento, che rischiano di perdere ingenti somme: “Per il mondo dilettantistico potrebbe essere il colpo di grazia finale. Ma anche per tanti club di Serie C, che vivono con poche risorse la strada potrebbe diventare tortuosa. La Serie A viaggia su binari diversi, in Serie B se non si dovesse terminare la stagione i problemi non mancheranno. La grande preoccupazione dei presidenti della cadetteria è quella quota di mutualità di 1,5-1,6 milioni di euro che deve ancora entrare in cassa. Mancasse quella ci troveremmo con un buco in bilancio pari al 20% degli introiti preventivati a inizio stagione.”

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Pallone Serie B (Getty Images)

Infine dichiara di essere favorevole alla cassa integrazione per i calciatori: “La cassa integrazione per i calciatori?
Perché no. Non parlo della A, anche se il segnale lanciato dalla Juventus mi sembra un grande spunto di riflessione per tutto il sistema, ma in C e per i giovani della B che non hanno grandi guadagni può essere una misura d’aiuto”.

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