Nikola Ninkovic si è riconquistato l’Ascoli con una prestazione da incorniciare contro il Cosenza: il serbo è tornato sul caso del rigore contro il Venezia e ha parlato del futuro
Paolo Zanetti ha salvato la panchina in extremis contro il Cosenza. Lo Spezia era sotto di 2 gol ed è riuscito a rimontare portando a casa tre punti fondamentali per la classifica e per il morale. Un match che potrebbe rappresentare un punto di svolta per i bianconeri, che hanno segnato tre gol, hanno confermato il magic moment di Scamacca e soprattutto hanno ritrovato Ninkovic.
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Già, proprio quel Ninkovic che solo poche settimane fa contro il Venezia sembrava aver chiuso in anticipo la sua avventura all’Ascoli, in attesa solo dell’apertura del calciomercato di Serie B. Invece il serbo è stato assoluto protagonista della rimonta contro il Cosenza, mettendo a segno un gol e due assist. Il rigore e il litigio con Da Cruz è alle spalle: “Caso strachiuso, mi ero subito scusato con l’allenatore, i compagni, i dirigenti e i tifosi. Tutti”, ha detto a ‘La Gazzetta dello Sport’.
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Pace fatta, dunque, per Ninkovic e l’Ascoli tra compagni, allenatore e dirigenza. Il serbo, però, non molla un centimetro e sulla gerarchia dei rigoristi risponde così: “Ci siamo prima io e Ardemagni alla pari, poi Da Cruz“, come a rimarcare la sua priorità dagli undici metri nonostante tutto. La punizione l’ha scontata ed è rimasto fuori contro il Crotone: “Zanetti ha detto che non allena ragazzini? Ha perfettamente ragione. Ci siamo parlati, è stato comprensivo. Io sono stato multato ed escluso per una partita. Giusto così”.
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Ma guai a dire che Ninkovic è recidivo, o una mina vagante: “So come sono fatto, vivo la partita con troppa intensità e a volte ho reazioni sbagliate, dopo 5 minuti capisco di aver fatto una stupidata. Anche sette anni fa contro l’Inghilterra Under 21, sono rimasto fuori dalla nazionale per un anno me è roba passata, tanto casino per niente”. Da Belgrado all’Ascoli, Ninkovic si porta dietro il record di capitano più giovane nella storia del Partizan: “E’ stata una bella responsabilità, il Partizan è la mia vita, la mia casa da quando ero un bambino. Per questo mi considerano un esempio anche per i giocatori più vecchi.
I tifosi del Partizan sono molto caldi, il derby con la Stella Rossa è qualcosa di affascinante, unico al mondo. Un’atmosfera incredibile, la gente vive per questa partita”. Un messaggio forse anche in chiave calciomercato, l’ambizione di Ninkovic è palpabile: “Purtroppo quando ero a Genova sono stato frenato dalla pubalgia, altrimenti avrei giocato di più. Sono pronto per tornare in Serie A, magari con l’Ascoli. In questa Serie B, Benevento a parte, vedo tanto equilibrio. Un campionato duro e difficile, che non fa sconti”. Suona quasi come un avvertimento: Ninkovic vuole giocare ad alti livelli.
F.I.
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