Gli episodi di razzismo nel calcio continuano a verificarsi, soprattutto in Italia dove si registra uno spaventoso aumento. Le sanzioni mancano
Difficile da estirpare e amaro da digerire, il razzismo nel calcio continua a mietere ‘vittime’, prendendo di mira squadre, tifosi, calciatori, popoli senza un reale motivo. Il legame tra il mondo dello sport, in generale, e quello dei comportamenti discriminatori continua ad essere in atto soprattutto nel nostro paese, dove il fenomeno sembra essere più radicato che altrove. Solo l’Inghilterra, in riferimento al 2019, supera l’Italia in questa triste classifica. Gli episodi di razzismo all’interno di uno stadio di calcio, in ogni caso, non diminuiscono col passare degli anni ma, al contrario, stanno subendo un preoccupante aumento. Soltanto nelle prime 13 giornate dellai Serie A fin qui disputate, si sono verificati numerosi episodi a sfondo razziale. Come quando fu preso di mira Lukaku in Cagliari-Inter o Balotelli in Verona-Brescia.
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Si tratta di un problema che riguarda il mondo del calcio inteso a 360 gradi: dai professionisti ai dilettanti non c’è differenza negli stadi italiani. Come riporta Calciomercato.it, dati allarmanti confermano una crescita in tale direzione. Un’indagine condotta dall’Associazione Italia Calciatori e che si concentra su un periodo di cinque anni calcistici (dal 2013-14 al 2017-18) ha rilevato un aumento importante del fenomeno legato alle discriminazioni che mostra quanto sia necessario un intervento da parte del sistema calcistico italiano. Se nel 2013-14 la causa principale di episodi violenti era la ‘sconfitta’ (58%), nel 2018 le urla legate al razzismo sono passate dal 21% al 41%. Tale dato sembra destinato a crescere ulteriormente. Dai dati FARE e AIC risulta infine che tali atti si manifestano sotto forma di cori, veicolo tra i più difficili da sanzionare per porre rimedio (a pagarne le spese è il club, non la tifoseria della quale sarebbe impossibile individuare i colpevoli).
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Nota dolente degli atti discriminatori sono poi le sanzioni da applicare, che lasciano spesso a desiderare in Italia. Il Giudice Sportivo deve spesso rinunciare a sanzionare taluni episodi in quanto ‘non possono essere integrati i presupposti, in termini di dimensione e reale percezione’, come nel caso di Lukaku alla Sardegna Arena. Diverso il caso di Balotelli in Verona-Brescia: in quell’occasione fu chiuso per un turno il settore Poltrone Est del Bentegodi, salvo poi essere riaperto per pena sospesa grazie al ricorso presentato dal Verona stesso con invito della Corte FGC alla Procura Federale di ‘individuare con esattezza il settore di provenienza dei cori’. Così, tornando ai dati relativi al 2018 e a metà 2019, si nota come una sanzione sia arrivata nel 43% dei casi, mentre nel restante 57% si passa oltre, come nulla fosse mai accaduto.
M.D.A.
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