Il Chievo Verona lo conosce bene, essendo stato prima calciatore e poi allenatore dei clivensi. In esclusiva ai microfoni di SerieBnews.com, Lorenzo D’Anna analizza il momento dei gialloblù
Con la maglia del Chievo Verona ha disputato più di 370 partite, dal 1994 al 2007, finendoci anche sulla panchina (da allenatore), nell’aprile del 2018. Lorenzo D’Anna è una delle grandi bandiere della società veneta, uno che conosce alla perfezione l’ambiente e le sue particolarità. Una voce d’eccezione, che in esclusiva ai microfoni di SerieBnews.com ha analizzato il momento di forma dei clivensi.
Tornare in B non è mai facile: quanto sarà difficile per il Chievo ricostruire da zero un progetto vincente?
“Quando si torna in Serie B è sempre difficile. L’avvio di campionato non è stato brillantissimo, ma il Chievo ha cambiato parecchio, è anche logico. Ci sono tanti giovani interessanti che hanno bisogno di amalgamarsi con il gruppo, nonostante ci sia un bel mix tra giocatori esperti e talenti in crescita. La Serie B è un campionato diverso dalla Serie A, il Chievo ha ambizione e voglia di tornare ai vertici, ma non sarà facile. Il campionato è ancora lungo e c’è da lottare parecchio”.
In panchina siede qualcuno che dovresti conoscere benino: come giudichi il lavoro di Marcolini?
“Michele è un amico, ho grandissima stima di lui. L’ho incontrato ieri sera e spesso ci confrontiamo. Ognuno ha le proprie idee, conoscendolo starà cercando di adattare al meglio le qualità dei propri calciatori all’idea di calcio che vorrebbe seguire. E sicuramente, pretenderà una fase difensiva migliore”.
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D’Anna: “L’obiettivo minimo per il Chievo? Almeno i playoff”
Con mister D’Anna abbiamo provato a comprendere le reali potenzialità di questo Chievo, ristrutturato completamente nella propria anima e desideroso di risalire il prima possibile nel massimo campionato.
Il Chievo riparte da zero, eppure l’organico resta importante. I clivensi devono provare subito a riconquistare la Serie A?
“Il Chievo non può e non deve pretendere la promozione, almeno non quest’anno. La retrocessione è stata figlia di alcune scelte societarie e tutta la realtà, di seguito, ha avuto un grosso ridimensionamento. Il Chievo ha perso la propria mentalità e deve ricostruirla da zero. La B non è un campionato facile, non ci sono regine assolute e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Il Pordenone ne è un esempio. Queste piazze vivono di entusiasmo, di euforia. Il Chievo dovrà confrontarsi anche con questo tipo di realtà”.
Come risponde a quelli che stanno accusando Giaccherini di essere sottotono quest’anno?
“E’ una follia. Emanuele è un ragazzo eccezionale, un professionista serio, che ha accettato la permanenza in Serie B con la maglia del Chievo. E’ un leader nato, molto attaccato a questa realtà. Certo, gli acciacchi con l’età aumentano, ma è un calciatore di altissima classe, abituato ad altri contesti. La B è un campionato meno tecnico e più fisico, anche uno come Giak ha bisogno di un periodo di riassestamento”.
Quale deve essere l’obiettivo minimo per questo Chievo?
“E’ realistico parlare di promozione, ma bisogna stare molto attenti a quelle dietro. Il Chievo comunque è lì, ha una grande rosa e un ottimo allenatore. L’obiettivo minimo dovrà essere la qualificazione ai playoff”.
A.M.