Dal campionato cadetto, alla sua esperienza al Padova, al figlio, al futuro. Questi alcuni temi contenuti nell’intervista rilasciata in esclusiva a SerieBnews.com da Pierpaolo Bisoli, ex tecnico di diverse squadre
Si sono giocate solo sette giornate di Serie B. Delusioni e conferme rispetto ai pronostici d’inizio stagione?
E’ancora presto sicuramente. Se dovessi fare un piccolo bilancio, ovviamente c’è il Frosinone che è indietro rispetto alle sue ambizioni, ma ha tanto tempo per riprendersi. Rispetto alle conferme e secondo anche favorite per la promozione, vedo Benevento, Crotone, Empoli, Salernitana e Perugia, le prime cinque in classifica”.
Se dovessi individuare una sorpresa?
“Quest’anno secondo non ci sarà una squadra che sorprenderà. Aveva iniziato molto bene l’Entella, poi ha perso colpi. Quest’anno i valori delle favorite sono importanti e superiori a quelli delle altre. Per esempio il Perugia è fortissimo, credo che abbia l’attacco più forte del campionato”.
Un giocatore che ti sta impressionando?
“Ninkovic dell’Ascoli, ha giocate da Serie A”.
Nella stagione 2017/2018 hai portato il Padova in Serie B. Lo scorso campionato cadetto sei stato esonerato, richiamato e poi di nuovo mandato via. Cosa non ha funzionato e quali rimpianti hai?
“Sapevamo che sarebbe stato un campionato in cui bisogna lottare per mantenere la categoria, quindi di sofferenza. Quando fui esonerato la prima volta ero ad un punto dalla salvezza, secondo me serviva più pazienza. Poi fui richiamato dopo sei sconfitte e non era facile riprendersi”.
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Sei pronto per tornare su una panchina?
“Certo, voglio tornare il prima possibile. Ho avuto qualche contatto”.
Con quali società?
“Non posso dirtelo per rispetto dei miei colleghi. Comunque si tratta di club di Lega Pro”.
Ti distingui molto per la tua grinta, caratteristica che avevi anche da giocatore. In quale allenatore top ti rivedi?
“In Conte. Come lui sono ossessionato dalla vittoria e dal lavoro in maniera esasperata. Chiedo sempre il 100% ai miei giocatori. Forse dovrei essere più malleabile, ma per raggiungere gli obiettivi servono tanti sacrifici”.
Tra le squadre neo promosse in Serie A c’è il Brescia, in cui milita tuo figlio Dimitri. Da papà come stai vivendo questa cosa?
“Benissimo perché lui ha fatto tanta gavetta per arrivare in Serie A ed è stato premiato. Sono contentissimo perché sta raccogliendo i frutti dei suoi sacrifici in un club importante come il Brescia, guidato da un presidente bravo come Cellino”.
Lui è centrocampista come lo eri tu. Più forte di te?
“Tutti dicono questo. Tecnicamente sì, lui peraltro ha una dote, il gol, cosa che a me mancava. Io però ero più <cattivo> e avevo caratteristiche più difensive”.
Guardando Dimitri giocare, chi ti viene in mente?
“Per i movimenti e il modo in cui s’inserisce, Tardelli”.
In Serie A hai allenato Cagliari e Bologna. Quale stagione ti aspetti da queste due squadre?
“Il Cagliari ha fatto un mercato eccezionale, un salto di qualità per consolidarsi. Il Bologna, sicuramente si salverà. Peraltro gli emiliani stanno vivendo una stagione in cui c’è il risvolto umano legato alla malattia di Mihajlovic, al quale voglio mandare un forte abbraccio e un in bocca al lupo. I giocatori hanno un motivo in più per raggiungere l’obiettivo”.
Q.G.