Un caso-limite di reddito di cittadinanza “distorto” ci arriva dal Lazio. Nel servizio di La7 la storia di Emanuela, 54 euro di RDC e nessun lavoro possibile
Da quando il Governo ha dato il via al Reddito di cittadinanza abbiamo assistito a tante situazioni complicate. Gente che percepisce un sussidio non all’altezza e si ritrova addirittura a volerci rinunciare.
Poi ci sono i casi-limite, come quello raccontato da Silvia Ciufolini di La7, che in “Di Martedì” ha proposto un servizio sulla storia di Emanuela. Una donna disoccupata e con un figlio a carico che ha fatto richiesta per il nuovo sussidio e le è stata accettata.
Purtroppo, quando ha ritirato la card e i soldi che aspettava, la sorpresa si è rivelata davvero un boccone amaro: solo 54 euro e 83 centesimi.
La donna ha raccontato alle telecamere che ha un frigorifero vuoto, le bollette da pagare e non riesce più ad andare avanti. Per questo ha subito fatto richiesta per rinunciare all’aiuto economico che, vista la somma erogata, rappresenta per lei una vera e propria presa in giro.
Reddito di cittadinanza e lavoro in nero: il paradosso di Emanuela
Eppure quando si è recata agli sportelli Inps e al Caf, dulcis in fundo le è stato addirittura confermato che alla card gialla del reddito di cittadinanza non si può rinunciare. “Non hanno procedure, non sanno niente – ha dichiarato Emanuela – Ditemi voi che devo fare?”.
Oltre al danno poi la beffa: la richiesta prevede anche che il cittadino firmi un patto di servizio personalizzato per ricevere offerte di lavoro, ma la burocrazia è così lenta che, al momento non ha potuto fare nemmeno questo.
“Rischiano di passare molti mesi prima che la macchina organizzativa si metta in moto – ha detto Emanuela, disperata – di questo passo rischio davvero di morire di fame”.
In ultimo, non può nemmeno trovare un lavoro in nero, dato che rischia seriamente la galera, “E per che cosa? Per 54 euro?” ha dichiarato tristemente alle telecamere. Sempre più persone vogliono rinunciare a questo aiuto dello Stato. In tanti si sentono presi in giro e, men che peggio non esistono procedure per rinunciarvi, almeno non ancora.
Gli italiani “intrappolati” in un aiuto che in effetti non lo è: che procedure adotterà il governo italiano?
Vedi il servizio sulla storia di Emanuela