Iniziano ad arrivare le prime bandiere bianche fra i richiedenti del reddito di cittadinanza. Dalla troppa difficoltà ai paletti: cosa non va nella misura del M5S?
Alla fine chi temeva che lo Stato sarebbe stato sommerso da una richiesta insostenibile di redditi di cittadinanza sarà costretto a ricredersi. Anzi, paradosso dei paradossi, chi l’aveva chiesto inizialmente sta iniziando a rinunciare, perché “troppo complicato” richiederlo. Una notizia riportata da ‘Qui Finanza” ha davvero dell’incredibile, perché certifica un dato che, oltre ad essere indicativo di un peso specifico minore del RDC sui conti dello Stato, certifica anche un dato che invece dovrebbe fare parecchio riflettere. Già, perché se una misura pensata per agevolare le fasce più povere di popolazione (e quindi mediamente meno alfabetizzate) risulta talmente complessa da non volerla più, evidentemente c’è qualcosa che non va. Sono in tanti, infatti, che si stanno informando su come rinunciare al reddito di cittadinanza, ritenuto troppo difficile e comunque insoddisfacente per molti versi.
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E quindi diventa opportuno chiedersi quali siano realmente i problemi che stanno rendendo il tanto pubblicizzato reddito di cittadinanza un potenziale flop, dalle richieste meno voluminose del previsto alle clamorose rinunce di chi proprio non riesce a “correre dietro” ai paletti imposti da chi ha scritto la legge. Dai 5 milioni di poveri stimati, che potevano idealmente avere accesso al RDC, alla fine le richieste sono state molto meno e anzi qualcuno ha detto “Basta” di fronte ad oggettive difficoltà. Molti hanno visto accordarsi un sussidio mensile decisamente più basso dei 780 euro annunciati, come confermato dai numeri Inps.
Siamo intorno ai 500 euro di media, al netto di varie altre misure di welfare di cui i cittadini già usufruiscono. Ed ecco che ora potrebbero essere circa 130mila le persone che potrebbero rinunciare a richiedere la misura assistenziale. Si lavora anche ai moduli per la rinuncia, che saranno pronti fra qualche giorno.