Il reddito di cittadinanza sta raccogliendo meno adesioni di quelle previste, generando un disavanzo importante: ecco a quanto ammonta il “tesoretto” che divide Lega e M5S
A scapito delle aspettative, tarda ad incalzare il ritmo di richieste per il reddito di cittadinanza: una buona ed una cattiva notizia per i conti pubblici, che possono sì rifiatare e accumulare risparmi nelle proprie riserve, ma che vede restringersi il numero di beneficiari e diminuirsi la spinta degli italiani ai consumi. D’altronde, come rivelano le tabelle del servizio Bilancio della Camera nel dossier tecnico dedicato al decreto riguardante quota 100 e reddito di cittadinanza, restano ancora 323 milioni di euro del fondo da 7,1 miliardi dedicato alla misura politica grillina. Un fondo, però, studiato su una scala ipotetica ben maggiore a quella reale: contro ogni previsione, la richiesta del reddito di cittadinanza è stata inoltrata da un numero ristretto di aventi diritto, contro la quasi totale adesione ipotizzata dal decreto voluto dai Cinque Stelle.
Reddito di cittadinanza, a quanto ammonta il “tesoretto”
“E’ chiaro che avanzeremo qualche centinaio di milioni…”: così, lo stesso Luigi Di Maio riconosce il netto disavanzo tra ipotesi e realtà dei risparmi inerenti il reddito di cittadinanza. Secondo le stime tecniche più aggiornate, quindi, il tesoretto schizzerebbe intorno agli 850 milioni di euro per il 2019. Una somma che attrae e divide le stanze governative italiane, con la maggioranza che guarda attentamente alla possibilità di reinvestire questo capitale in nuove misure politiche, spendibili anche in clima elettorale: nuovi pacchetti di interventi per la famiglia e il lavoro, riduzione dell’orario di lavoro e altro ancora. Tuttavia, l’idea di un tesoretto resta poco gradita, visti i precedenti, e ancora da verificare nella sua attuabilità: difficilmente il Mef concederà il proprio lasciapassare ad una ricollocazione dei fondi ad una destinazione alternativa.