Andrea Petagna è uno dei simboli della Spal di questa stagione. L’attaccante sta lasciando il segno così come lo lasciò suo nonno Francesco negli anni ’60
Andrea Petagna sta disputando la sua migliore prestazione in termini realizzativi. Arrivato in prestito alla Spal la scorsa estate dall’Atalanta, il centravanti ha realizzato finora 12 gol in campionato, contribuendo in maniera determinante al cammino della compagine spallina. Sarà forse un segno del destino ma Ferrara non è mai stato un luogo come tutti gli altri per l’attaccante. Il cognome ‘Petagna’ è estremamente famoso lungo le vie della città, perché rievoca ricordi gloriosi e indelebili del passato. Una delle bandiere storiche del club emiliano infatti fu Francesco Petagna, nonno dell’attaccante 23enne.
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Il peso di chiamarsi Petagna nella Spal: dalla Serie B di Francesco ai gol di Andrea
Francesco Petagna è stato un calciatore molto importante nel secondo dopoguerra. Dopo aver militato per quasi 300 partite con la maglia della Triestina, intraprese la carriera di allenatore, che lo portò presto a sedersi sulla panchina della Spal. Con la compagine di Ferrara, Petagna si tolse diverse soddisfazioni. Nel 1965 riportò la squadra in Serie A al termine di un’ottima annata in Serie B e nel 1968 vinse con la squadra l’unico trofeo internazionale attualmente presente in bacheca: la Coppa dell’Amicizia. Durante la sua parentesi con gli emiliani, Petagna ha avuto tra le sue fila calciatori che poi hanno avuto una carriera decisamente brillante. Tra questi ci sono sia Edoardo ‘Edy’ Reja sia, soprattutto, Fabio Capello, i quali impararono molto dai consigli del loro allenatore.
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S.D.