Sono passati ventinove anni dalla morte, in circostanze misteriore, del calciatore del Cosenza Donato ‘Denis’ Bergamini. Le indagini proseguono, sono attese novità nei prossimi mesi
18 novembre 1989-18 novembre 2018, 29 anni in attesa della verità. Quella che attende tutta la famiglia Bergamini, ma non solo. I compagni di squadra, i tifosi e tutte le persone che hanno voluto bene a Donato Bergamini fremono. La riapertura delle indagini ha ridato speranza, la riesumazione del cadavere ha dato certezze. “Viviamo con ansia, e anche con un pizzico di preoccupazione, questi momenti – le parole di Gigi Simoni, ex portiere dei rossoblu, amico e compagno di squadra di Bergamini, a Seriebnews.com – Più di una volta sembrava di essere arrivati alla svolta, ma non poi non se ne è mai fatto nulla. Adesso, però, ci sono forti elementi a supporto del caso. I tempi si sono dilatati ancora, almeno fino a Natale. E poi, speriamo che chi ha sbagliato paghi un conto salato. Il corpo di Denis ha palato, non si è suicidato. Ma noi, in cuor nostro, lo sapevamo già. Abbiamo avuto l’onore di conoscerlo e capire che persona era, non l’avrebbe mai fatto”.
Grazie alla costanza della sorella Donata, del padre Domizio e della mamma Maria, insieme al lavoro dell’avvocato Fabio Anselmo, nel 2017 l’indagine è stata riaperta dalla procura di Castrovillari guidata dal dottor Facciolla: “Sono stato interrogato per ben quattro ore dal procuratore – continua Simoni ai nostri microfoni – È una persona seria e scrupolosa che vuole arrivare alla soluzione finale del caso. Facciamo affidamento a lui. Per noi compagni e per la gente comune, la vita è andata avanti. Per Donata e i suoi genitori si è fermata a quel 18 novembre. È giusto che sappiano la verità per poter ritrovare pace e serenità e, se possibile, tornare ad una vita normale”. E anche a Cosenza attendono di sapere: “La città e i tifosi non l’hanno mai dimenticato. Da subito si sono messi al fianco della famiglia per chiedere con ancora maggior forza di conoscere la verità”.
Tornando al calcio giocato, e CLICCANDO QUI sarete aggiornati costantemente sul campionato, abbiamo chiesto a Simoni un parere sull’attuale andamento della squadra rossoblu, tornata in serie B dopo quindici anni. “Riflette il nostro primo anno in serie cadetta (stagione 1988/1989, ndr). All’inizio facemmo fatica, poi vincemmo contro la Reggina e ci sbloccammo. Spero che lunedì a Crotone succeda la stessa cosa al Cosenza. Sul piano del gioco, la squadra silana non è mai stata dominata dall’avversario di turno. Da tifoso, accanito, spero che si sblocchi quanto prima e magari a gennaio potrà arrivare qualcuno dal mercato per aiutare la squadra. Braglia non si può discutere, per lui parlano i risultati e il curriculum. Penso che la ripartenza del Cosenza debba necessariamente partire da Piero Braglia“.
Alessio Lento
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