Anche in Serie B, Marcelo Zalayeta diede il suo contributo alla causa della Juventus: scopriamo che fine ha fatto il ‘Panteron’ uruguaiano
Molteplici le storie da raccontare sull’annata 2006/2007, l’unica che vide la presenza, in Serie B, della Juventus. Pur con gli addii di numerosi calciatori rappresentativi – i vari Cannavaro, Thuram, Zambrotta, Vieira, Emerson, Ibrahimovic – i bianconeri rimanevano una formazione fortissima ed estremamente competitiva. Una vera e propria balena in un acquario, nonostante, a prescindere dalla presenza della Juve, quello fosse un campionato cadetto dal tasso tecnico decisamente al di sopra della norma. Accanto alle star che avevano deciso di rimanere (Buffon, Nedved, Camoranesi, Del Piero, Trezeguet), era comunque necessaria la presenza di giocatori meno appariscenti, ma capaci di far valere il proprio contributo quando fosse stato necessario.
Era il caso, sicuramente, di Marcelo Zalayeta, comprimario dalla presenza più o meno costante per circa un decennio in bianconero, attraverso varie fasi. La Juve lo aveva notato, nel 1997, al Penarol e al Mondiale Under 20 in Malesia con la maglia dell’Uruguay. Zalayeta era già alla sua terza vita in bianconero. Dopo il 1997/98 e dopo il ritorno a Torino nel 2001, con un breve intervallo nel primo semestre 2004 a Perugia. Fino alla retrocessione in B, erano state 30 le sue segnature totali con la maglia bianconera, con diversi ‘clinic’, tra cui le reti realizzate in Champions League contro Barcellona (quarti 2003) e Real Madrid (ottavi 2005). Anche nella serie cadetta, il suo contributo non mancò. Non tantissime presenze, a dire il vero, appena 16, condite da quattro gol, ma tutti piuttosto pesanti. A cominciare dal primo, a dicembre, per risolvere una partita durissima a Bologna (1-0), con diverse polemiche per un pallone che, forse, non aveva varcato del tutto la linea. Quindi, il gol del vantaggio ad aprile a Lecce, sbloccando una gara insidiosa dall’1-1 e la doppietta risolutiva a Frosinone il 1 maggio per una delle ultime accelerazioni verso la promozione.
Col ritorno in Serie A, il ‘Panteron’ avrebbe poi lasciato definitivamente la Juve, continuando la sua avventura in Italia per due stagioni con il Napoli e una con il Bologna con alterne fortune. Dopo un anno in Turchia al Kayserispor, il ritorno al Penarol, dove in poco più di quattro stagioni avrebbe ritrovato un buon feeling con il gol (54 reti totali). A novembre 2015, l’addio definitivo al calcio, con il curioso desiderio espresso di aprire un banco di frutta e verdura in Uruguay.
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