ENTELLA ESCLUSIVO DAVIDE LUPPI / CHIAVARI – Abbiamo intervistata in Esclusiva il numero 9 della Virtus Entella Davide Luppi che in estate è arrivato dall’Hellas Verona. Giocatore rapido e dotato di senso del gol ha già fatto innamorare la piazza ligure.
LA CONDIZIONE FISICA – “Ora sto bene fisicamente, purtroppo nell’ultimo periodo ho avuto due infortuni, uno breve di dieci giorni poi mi sono dovuto fermare ancora per altri venti“.
BILANCIO SULLA PRIMA PARTE DELLA STAGIONE – “Contando che non ho giocato moltissimo a causa dei problemi fisici penso che sia abbastanza positivo il mio inizio all’Entella e le prestazioni sono state sempre buone. Sono arrivati i gol, ne potevo fare qualcuno in più vista qualche occasione sfumata“.
L’ADDIO AL VERONA – “Purtroppo è stata una dura botta per me perché non sarei mai andato via da Verona dove stavo bene e avevo l’appoggio della tifoseria e nello spogliatoio stavo bene. M’ero conquistato la Serie A da protagonista, facendo un’ottima stagione. Per me è stato uno smacco non potermi giocare la Serie A con loro, perché pensavo di starci. Avrei anche conosciuto di più la società e sarebbe stato positivo. E’ arrivata poi una proposta importante dell’Entella che mi ha fatto sentire la piena fiducia. A Verona c’è stato qualche problemino, ma le cose sono chiare come stanno andando. Ho fatto una scelta dovuta a tanti fattori“.
DA CASTORINA AD AGLIETTI – “Castorina ha pagato un po’ l’inesperienza, il primo anno da allenatore non è mai facile. La Serie B e’ una categoria molto impegnativa, spietata. Aglietti ha portato l’esperienza, conosce l’ambiente. Ha portato la mentalità. Sa cosa vuole e cosa cerca”.
SUL GRUPPO – “Conoscevo già parecchi ragazzi dell’Entella e questo mi ha agevolato. Il gruppo è bello. Non riesco a dirne uno in particolare con il quale ho legato di più, ci troviamo tutti molto bene. Per caratteristiche davanti siamo tutti diversi, ma mi trovo giocare con una punta più statica come Diaw“.
L’ESULTANZA – “La mia esultanza nasce dal fatto che anni fa quando vennero a vedermi dei miei amici con i quali avevamo un motto di compagna ”Parte della ciurma parte della nave” dai Pirati dei Caraibi. Avevo tirato su la maglia con questa scritta. Da quel momento il telecronista mi iniziò a chiamare ”il Pirata” e da lì è nata l’esultanza“.
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