Sul suo operato in società: “So di essere un presidente sui generis, ma all’inizio ho dovuto investire di tasca mia. Infront? Abbiamo venduto i diritti per la pubblicità nello stadio e quelli d’archivio, ci sono stati anticipati i soldi e siamo partiti. Niente di strano: c’è stata un’indagine della Procura di Bari per capire la fonte di certe risorse, hanno verificato e tutto è stato archiviato. Le porte sono aperte, anche per investitori stranieri, ma il calcio è sempre visto come un potenziale di rischio“.
Sul mercato: “Abbiamo fatto un buon lavoro con Nicola e il d.s. Zamfir, che ha messo la sua esperienza internazionale al nostro servizio. Con il team manager Marangon siamo uno staff perfetto. Abbiamo preso solo giocatori in prestito o a scadenza, spendendo ben poco: con le cessioni di Galano e Caputo siamo riusciti ad avere un saldo attivo. E con gli stipendi rispettiamo il salary cap, visto che siamo sotto al 55% dei ricavi”.
Sul campionto: “Molti giocatori sono arrivati a fine mercato, sarebbe preoccupante se adesso tutto fosse già funzionante. Serve tempo. Dobbiamo migliorare il campionato scorso, la squadra deve essere all’altezza dei numeri della nostra tifoseria. Abbiamo fatto tesoro degli errori del primo anno, abbiamo capito che servono giocatori adatti, il meglio per la categoria. Il Cagliari più forte? Non mi sento sotto a nessuno, ma nemmeno sopra. Ce la giochiamo con tutti”.