SERIE B ABODI – Campionato di Serie B, BItalia e riforme dei campionati. Questi gli argomenti più caldi che nelle ultime settimane hanno tenuto banco nel mondo calcistico italiano. La redazione di serieBnews.com ne ha voluto parlare con il numero uno della Lega di serie B, il Presidente Andrea Abodi, che al microfono di Giovanni Remigare ha rilasciato questa interessante intervista:
Presidente, il campionato di serie B risulta sempre interessante e molto equilibrato, quest’anno forse lo è anche di più. Lei dopo le prime giornate cosa ne pensa?
“Direi che quest’anno, se vogliamo, è più equilibrato degli altri anni. Tra conferme di quelle che sono le caratteristiche storiche, e alcune sorprese che non ci si aspettava dal punto di vista tecnico. Evidentemente le sorprese non sono mai qualcosa di casuale, ma sono il frutto del lavoro, quindi anche realtà che non ti aspetti si trovano ai vertici della classifica e non sono li per una casualità, ma sono li per la capacità delle società indipendetemente dalle dimensioni, dalle aspirazioni, dalle aspettative e dai pronostici della vigilia di meritarsi il posto in classifica e questo è sicuramente un dato che va sottolineato. Inoltre credo che la lunghezza del campionato e le insidie della sosta invernale lasciano spazio ad altre sorprese e ad altre incertezze fino a maggio cioè alla conclusione della stagione regolare per poi dare il via ai play off e play out.”
BItalia è un progetto in crescita che sembra davvero portare grandi risultati in termini di crescita da parte di alcuni giovani italiani di serie B. Quanto crede in questo progetto?
“Credo molto sulla BItalia e ci credo da quando l’abbiamo curata. Bisogna dire che la rappresentativa di lega esisteva già, ma era un prodotto sportivo che però non riusciva a decollare. Da quattro anni a questa parte si aggiunge ogni stagione qualche elemento in più e alla fine è proprio la statistica che ci permette di stilare una valutazione. Infatti voglio far presente che circa 50 ragazzi che sono passati da BItalia, convocati da Massimo Piscedda sono approdati alle nazionali U20, U21 e alla Nazionale maggiore, e rappresentano una valutazione di fatto alla validità del modello. Io chiamo la BItalia un ponte tra i club e la maglia azzurra, direi quasi un accelleratore di scoperta dei giovani talenti italiani, perchè Piscedda ed il suo staff a volte sono andati a cercare ragazzi validi anche in panchina dei loro club, o nelle primavere e quindi credo che tutto questo rappresente un patrimonio per i club e un valore aggiunto per i ragazzi in una fase ci si lamenta di un numero ristretto di giovani italiani che riescono ad emergere. Adesso la cosa importante è di continuare a crescere soprattutto nei confronti internazionali perchè questo potrebbe rappresentare un fattore determinante. Noi vogliamo che i nostri giovani, come accade nel resto d’Europa possa giocare ad alti livelli anche le grandi competizioni europee, ancora purtroppo in Italia abbiamo una cultura che non prevede l’esercizio della pazienza e della fiducia, che sono invece due ingredienti fondamentali per poter capire se un giovane vale e ha le caratteristiche per poter diventare un professionista di ottimo livello. Finchè allenatori e società non decidono di investire in questa fiducia pochi saranno i giovani che potranno emergere. Naturalmente BItalia ha il compito di aiutare a invertire questo modo di pensare.”
La riforma delle rose in serie A è l’inizio di una nuova strada che può portare ad una crescita collettiva di tutto il movimento calcistico italiano?
“Credo che la riforma perfetta non esista. Ho letto tante critiche e sono legittime per certi versi, ma credo che chi non fa certamente non sbaglia. Questo non vuol dire che le decisioni che abbiamo prese in consiglio federale siano in assoluto decisioni esatte, il modello che esce da questa prima serie di nuove norme è soggetto a verifica, è il tentativo che nel corso delle stagioni può essere corretto modificando i parametri cercando di calibrarli sempre di più al meglio. Abbiamo però dato un segnale, cioè che vogliamo proteggere i settori giovanili, che vogliamo cercare di dare più spazio ai giovani italiani, di scuola italiana. Abbiamo bisogno di lavorare ancora sulla riforma dei campionati giovanili, dobbiamo puntualizzare sempre meglio la complementarietà funzionale sportiva dei vari campionati, il tutto perchè non ci sia sovrapposizione, ognuno deve svolgere la propria funzione e tutti quelli che stanno sotto la Serie A devono, con grande dignità poter aiutare il campionato maggiore a esprimere valori sportivi ed economici sempre in crescita.”
Parlando di riforme è facile chiederle se è gia in corso d’opera il progetto di portare la Serie B nuovamente a 20 squadre.
“E’ più di un progetto, è una volontà. Volontà espressa ancora una volta in assemblea di Lega nei giorni scorsi. Nell’ambito di un progetto della riforma dei campionati, quindi il vincolo è che si debba ragionare insieme intorno ad un tavolo e arrivare a prendere decisioni importanti. A venti squadre ci vogliamo arrivare e lo voglio da sempre. Naturlamente vogliamo arrivarci velocemente, ma vogliamo farlo attraverso le regole, attraverso il campo e non attraverso la scomparsa di società, dobbiamo chiarire meglio alcune norme per fare in modo che anche il blocco dei ripescaggi sia uno strumento inequivocabile, inattaccabile che consenta di ridurre le squadre professionistiche che sono figlie di un modello sovrastrutturato e non più compatibile con i tempi, non solo per un problema di distribuzione di risorse finanziarie. Adesso ci aspettiamo che oltre alla nostra Lega anche le altre leghe diano la loro disponibilità in modo che nell’arco di poche settimane, qualche mese si possa definire il quadro di questa riforma, che è una delle riforme fondamentali.”
Giovanni Remigare