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Latina, Breda: “Torno con grande entusiasmo. Possiamo fare bene”

Roberto Breda

SERIE B LATINA – Prima conferenza stampa e prime parole di Roberto Breda da qualche ora tornato allenatore del Latina.

Si riparte contro un Bologna che fa paura

“E’ una domanda che mi piace perchè improntata al futuro. C’è da lavorare, tornando a portare la filosofia dell’anno scorso, lavorando una partita alla volta e traendo il massimo da un gruppo che ho trovato molto competitivo. È diverso dall’anno scorso, da certi punti di vista so che può darmi certe risposte, dall’altro c’è da lavorare ed è un’incognita. La affronto con una curiosità positiva, non è una squadra mia come un po l’anno scorso, ma mi piace già e sono curioso di vedere cosa vien fuori. C’è da fare e poco da parlare. Affrontiamo subito una squadra importante e dobbiamo prepararla nel migliore dei modi. Il nostro obiettivo deve essere quello di ricreare un’identità forte, che non si fa con le parole ma con il lavoro quotidiano e con la fortuna dei risultati. Un’identità che, per quanto ho visto, in B ce l’hanno pochi: ce l’ha il Perugia e l’Avellino. È un campionato tutto da fare: si parte e si fa, pensando solo a lavorare.

L’ipotesi di tornare a Latina era contemplata dopo le chiamate ricevute?

“Non è una frase di circostanza, se si sbaglia cognome non dà fastidio. Non posso dire che mi dispiaccia l’esonero, mi fa piacere tornare a lavoro e lo faccio a discapito di una persona che ho conosciuto l’anno scorso e che merita. Un pensiero va a lui. Non ha senso parlare di quello che è stato, quando ho lasciato non pensavo a dove potessi andare. Avevo, e ho, una grande voglia di rivalsa e di far bene. Nei mesi le cose diventano più chiare e tutto si delinea. Sono convinto che qui a Latina, senza fare confronti, posso far molto bene. Non ho messo sul piatto della bilancia Latina con altre squadre, è venuta fuori una cosa da dentro che ha preso sempre più forma. Sono contento che sia andata così.”

Come cambia il progetto a un anno di distanza?

“Cambia perchè è un gruppo diverso. L’anno scorso era un gruppo che non aveva certezze, si calava in un campionato nuovo e aveva certi tipi di stati d’animo e si approcciava a ciò che doveva venire in una certa maniera. Chi c’era l’anno scorso ha le certezze di un campionato importante, chi è arrivato ha carriere importanti. L’obiettivo è lo stesso: creare un gruppo con un’anima forte. Il percorso è diverso, sta al gruppo trovare le strade.”

Trovi un gruppo con caratteristiche diverse: ci sarà un discorso tattico diverso?

“È da valutare giorno dopo giorno. Ho una mia idea marcata, forte e positiva. Gli allenamenti daranno risposte sugli interpreti, sul modo di utilizzarli e su come ottimizzare le mie qualità. So cosa possono dare i giocatori, devo trovare il connubio per far sì che tutti assieme possano dare il massimo. Le idee vanno e vengono, dobbiamo fare i fatti.”

Idea che si basa sulla difesa a tre?

“La prima settimana mi piacerebbe essere un po’ più nascosto. Come idea iniziale è quella.”

C’è da gestire una pressione diversa

“Le intenzioni sono di far cose belle e importanti. Ho sempre il mio stesso modo di ragionare, quello di farlo una partita alla volta. Si cerca di fare il meglio e di provare a vincer sempre, questo è il desiderio di tutti all’interno della società e all’esterno. Abbiamo vissuto momenti importanti e visto che ci stiamo in un certo discorso. Dobbiamo avere la capacità di resettare, ripartire da zero e mettersi in discussione. Da parte dell’ambiente è giusto e legittimo che ci siano aspettative, ma se vogliamo fare un lavoro dove tutti siamo uniti verso un unico obiettivo dobbiamo sapere che non sarà una passeggiata di salute. Ci sono gli avversari e un campionato che non ha dato certezze, le cose belle costano fatica e non te le regala nessuno. Dobbiamo dare dei messaggi forti e sta a noi far capire alla piazza certe cose.

Si cercherà prima di non perdere, come fu un anno fa?

“A me piace provare a trovare equilibrio nella squadra. Voglio equilibrio, non è che l’anno scorso volessimo pareggiare le prime partite. A Cittadella e Padova abbiamo faticato ma volevo vincere. Il percorso dirà quando verrà fuori ciò che desideriamo. Si parte e si sa quello che vogliamo raggiungere. Il Catania ha cambiato ma non sta raggiungendo quello che vuole, lo stesso Palermo dell’anno scorso è andato avanti a step. Il concetto è quello di migliorare, quando saranno le battute d’arresto non possiamo dirlo adesso. Una convinzione che deve essere in tutti quelli che fanno questo mestiere è di migliorare e pretendere più da sè stessi. L’anno scorso siamo partiti con certi giocatori, a ottobre sono entrati altri, a gennaio altri ancora.”

Sembrava che avesse paura di rimanere a giugno: con quale spirito torna?

“Vedevo la partita di Cesena come il punto di non ritorno. Con quella partita si è chiuso un ciclo e da quel ciclo dovevo resettare. Ho vissuto quel momento con uno stato emotivo molto forte e non con le idee chiare. Dentro di me c’era già voglia di rivalsa, ma in maniera confusa. Qualsiasi cosa dico può essere interpretata in mille maniere, ma sono rimasto a casa tre mesi nonostante alternative. Da lì, più passava il tempo, e più secondo me qui c’erano i presupposti affinché le mie aspettative combaciassero con piazza, società e dirigenza. Le cose non si fanno a tavolino, è giunta una strada che nessuno immaginava. In questo momento siamo tutti allineati per quello che vogliamo affrontare.”

Con Beretta sembrava esserci più freddezza

“Le aspettative dopo una stagione come l’anno scorso sono alte, come giusto che sia. Le cose fatte nei mesi successivi sono state fatte per fare le cose ancora meglio. La vita è fatta di episodi, magari a Livorno non prendi gol o non prendi rigore e cambia tutto. Era avere una proiezione sul futuro, forse in quel momento non c’era. Non c’è tanto da guardare a questo, chi fa il nostro mestiere sa che possono esserci momenti di difficoltà. L’obiettivo è non farsi condizionare e guardare avanti.”

Lo staff è lo stesso?
“Porto quelli dell’anno scorso e rimane Mignani. Abbiamo chiesto il permesso a Beretta, con Mignani ho fatto la Primavera della Sampdoria insieme e abbiamo giocato alla Spal. È un ragazzo che merita e può portare un valore in più.”

Giudizio sugli attaccanti

“Lo allargo anche agli altri nuovi. Secondo me è una rosa molto competitiva, sulla carta più dell’anno scorso. Sta a noi trasformarla in tale, in attacco c’è una buona varietà di caratteristiche. Qualcuno lo conosco di più, altri meno, sta a me e loro cercare di ottimizzare le caratteristiche.”

Come si gestisce un gruppo con più anime?

Abbiamo un grande punto di unione. Sia il gruppo della vecchia guardia, sia il gruppo Siena, espressione che uso oggi e basta, sia altri come Sforzini, Pettinari, abbiamo un grandissimo spirito di rivalsa. Noi abbiamo perso la finale a 20 minuti dalla fine, loro non hanno ricevuto quanto meritassero dal campionato. Questa lettura ci unisce e deve farci partire. Siamo in debito e non ce lo pagano a chiacchiere, ma dobbiamo andarcelo a saldare.”(fonte tuttolatina.com)

 

Giovanni Remigare

Remigare Giovanni, giornalista siciliano classe 1980. Da sempre appassionato di giornalismo sportivo. Dopo le collaborazioni con il Giornali di Sicilia e diversi siti nazionali, diventa redattore per serieBnews.com, occupandosi di interviste, editoriali ed esclusive.

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