CARPI PADOVA SECCO / MODENA – “C’era la possibilità di giocare il giorno dopo ma noi non ci siamo resi disponibili”. Così il ds del Padova Alessio Secco ha annunciato ieri sera in conferenza stampa la decisione della società di ricorrere al giudice sportivo dopo la sospensione della partita col Carpi a seguito di un problema all’illuminazione dello stadio Braglia. “Passati i 45′ che normalmente sono presi come limite di tempo, come da convenzione l’arbitro ha chiamato i capitani sul campo per fare il sopralluogo e stabilito che non c’erano le condizioni per proseguire ha sospeso definitivamente l’incontro. La società ha presentato una riserva scritta all’arbitro e domani (oggi, ndr) faremo ricorso. Adesso la questione va nelle mani del giudice sportivo”. Secco ha motivato così la scelta: “Le società in questi casi devono mettersi d’accordo ma noi non abbiamo trovato un’intesa. Il motivo è semplice, abbiamo due giocatori come Perna e Santacroce che sono reduci da un lungo stop e non sarebbe stato il massimo per loro fermarsi e tornare in campo dopo 24 ore. Credo che chiunque avrebbe agito in questo modo”. Il rischio è il ripetersi del lungo iter giudiziario che seguì Padova-Torino, interrotta nel dicembre 2011 a causa di un blackout all’Euganeo: allora il giudice sportivo assegnò il 3-0 a tavolino alla squadra ospite ma, dopo un’attesa di quasi cinque mesi, la Corte federale ribaltò la decisione restituendo l’1-0 del campo al Padova.
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