CITTADELLA MARCHETTI / CITTADELLA – La sconfitta di Varese, arrivata dopo quattro risultati utili, ha rallentato la corsa del Cittadella verso la salvezza. La squadra veneta resta a 47 punti, quindi a -3 dalla quota 50 generalmente indicata come necessaria alla permanenza in Serie B, anche se grazie alle contemporanee sconfitte di Reggina ed Ascoli ha mantenuto 5 lunghezze di vantaggio sulla zona playout, a sole tre giornate dalla fine. Una situazione che comunque non fa stare tranquillo il direttore generale Stefano Marchetti, anche perché sabato c’è lo scontro diretto con la Reggina e all’ultima giornata quello con l’Ascoli: “Questa è una classifica pericolosa – ha detto il dirigente al ‘Mattino di Padova’ – perché ti fa ragionare come se avessi fatto qualcosa, e invece non hai fatto ancora niente. Finché non facciamo i 3-4 punti che ci mancano, la classifica lascia il tempo che trova. E’ una situazione apparentemente buona. Meglio logicamente che sabato abbiano perso anche le nostre dirette concorrenti, ma dobbiamo fare punti. Abbiamo il destino nelle nostre mani, sarebbe un errore pensare di essere già salvi. Ci sono ancora 9 punti in palio e noi abbiamo in calendario due scontri diretti e una trasferta complicata ad Empoli”. Marchetti ha parlato anche della prestazione contro il Varese: “Non abbiamo fatto la partita che dovevamo fare. Ciò dev’essere motivo di riflessione. Abbiamo sbagliato la prima finale e questo deve ora farci tirare fuori la rabbia giusta per non sbagliare più. Credo si tratti di una prestazione sbagliata di tutto il Cittadella. Non abbiamo avuto l’approccio giusto. Eravamo comunque partiti benino, ma poi nei particolari non siamo stati attenti. Sul primo gol abbiamo commesso errori che non dovevamo fare. Quando vai sotto in B, diventa difficile ristabilire l’equilibrio. Non è però questo il tempo per i ‘se’ e per i ‘ma’, perché adesso dobbiamo solo rialzare la testa e preparare la partita con la Reggina in maniera maniacale. L’assenza di Di Carmine? E’ mancato chi ha giocato, non Di Carmine. Chi è sceso in campo doveva e poteva fare di più. La prestazione collettiva non è stata conforme al valore della partita. Servivano da parte di tutti rabbia e determinazione diverse”.