Il centrocampista del Padova Vincenzo Italiano si è visto ridurre la sua squalifica per il calcioscommesse da tre anni a 9 mesi. Dal 18 marzo sarà di nuovo disponibile per giocare, ma la sua avventura in maglia biancoscudata può considerarsi terminata, come dice lui stesso in un’intervista al quotidiano ”Il Mattino di Padova”: ”In tutti questi mesi ho letto molte volte su internet, tra i blog e i social network, di tifosi del Padova che si dichiaravano interessati solo alla restituzione dei due punti. Hanno scritto che la mia condanna, o la mia assoluzione, non contava nulla, in confronto ai due punti: sono stati in tanti, tantissimi. Dopo tutto quello che ho dato sul campo, sudando sangue per portare a casa una vittoria! Questo non dovevano farmelo… È stata la pugnalata peggiore che avrei mai potuto subire, non come i tre anni di squalifica, ma quasi. Mi hanno fatto vomitare, sono stati in tanti a scrivere queste assurdità. Ricorderò questa come una delle più grandi delusioni della mia vita. in tanti hanno apprezzato il mio lavoro e la mia volontà. Voglio ringraziare la Tribuna Fattori, che in un comunicato ha manifestato pubblicamente la convinzione che io fossi innocente: sono state persone squisite. Capisco di non poter piacere a tutti, e capisco anche chi si dichiara scettico verso un mio reintegro al Padova per motivi legati alla mia condizione fisica o agli equilibri interni allo spogliatoio attuale. Non accetto, però, chi mi pugnala alle spalle. Ho intenzione di giocare altri due anni, ne ho tanta voglia e spero di riuscire a trovare un’opportunità per farlo. Se non mi verrà concessa, comincerò a inseguire il mio sogno di diventare allenatore. Inizierò a studiare, mi metterò d’impegno e intraprenderò questa nuova strada. Credo che non ci siano spiragli per tornare a giocare in biancoscudato. Il mercato è chiuso, hanno sistemato tutti i reparti e credo che la mia avventura qui sia chiusa. Il mio sogno era smettere con questa maglia, ma per tanti motivi non ne ho avuto la possibilità. Non sempre i progetti vanno a buon fine”.
Marco Orrù