Una squadra in piena crisi ma che, dall’alto di prestigio e blasone ritrovati dopo il ritorno in B dopo la bellezza di 64 anni, vuole assolutamente risorgere il prima possibile, magari anche sabato contro la ben più quotata Verona. Uno dei leader e dei giocatori più rappresentativi della Pro Vercelli, Simone Tiribocchi, vero colpo di mercato dell’estate e criticato dai tifosi per i pochi gol fin qui messi a segno, si è raccontato a noi di seriebnews.com in ESCLUSIVA, parlando del momento della squadra e del suo addio all’Atalanta. Ecco le sue parole:
Gli ultimi risultati sembrano aver fatto piombare la squadra nello sconforto. Qual è la situazione all’interno dello spogliatoio?
Lo spogliatoio è giù, è normale. Siamo dispiaciuti per gli ultimi risultati e per le critiche, giuste e ingiuste che ci sono piovute addosso. Vogliamo allontanare le polemiche attorno a noi e recuperare il terreno perduto. Sappiamo cosa e quanto dobbiamo migliorare e vogliamo farlo da subito, anche se sabato affrontiamo una grande squadra come il Verona.
Appunto, il Verona, non di certo la partita più agevole in questo periodo. Ma potrebbe essere proprio questa la partita giusta per risorgere?
Per noi ormai devono essere tutte buone per risorgere. Il fatto di aver perso così tanti punti deve spronarci a fare bene in ogni partita al di là dell’avversario che andiamo ad affrontare. Sappiamo che il Verona è una squadra davvero molto forte, con tutte le carte in regola per salire di categoria e che se la giocherà fino alla fine, ma noi ce le vogliamo giocare tutte.
Come sta gestendo questo momento difficile mister Camolese?
L’approccio è lo stesso, ma cura molto di più i particolari anche perché molte partite le abbiamo perse per piccole disattenzioni. Lui sa come si affrontano questi momenti e non sta perdendo la testa, spingendoci a credere in noi stessi. La squadra lo segue e sta cercando di seguire i suoi dettami.
Simone, sei arrivato a Vercelli come il colpo assoluto dell’estate. Come giudichi l’inizio della tua esperienza in maglia bianca? Nonostante qualche gol manchi ancora, comunque le tue prestazioni non sono state da scartare…
Sì, ma purtroppo contano i numeri e la gente guarda quelli, non tanto le prestazioni. So che si ci attendeva tanto e di più, sia da me che dalla squadra. Le prestazioni di fronte ai numeri passano in secondo piano. Cercherò in tutti i modi di tornare in media, anche se in un momento come questo contano più i risultati di squadra.
Il tuo rapporto con i tifosi? Qualcuno già mormorava…
Nel calcio purtroppo, soprattutto in Italia, ci sta che i tifosi ti critichino se non sono soddisfatti dei risultati. Non c’è molta riconoscenza e subito ci si scaglia contro qualcuno, senza avere la pazienza di aspettare. Le critiche ci stanno, l’importante è però che rimangano nei toni e nei modi dovuti.
Simone ci piacerebbe avere un tuo commento sul tuo addio all’Atalanta. Pensi di non essere stato considerato nel modo giusto? Per quanto hai dato a quella maglia, potevi ancora essere molto utile…
Quella di andare via da Bergamo è stata una scelta mia. Sapevo che avrei giocato poco e non avevo alcuna voglia di passare gli ultimi anni della mia carriera in panchina. German (Denis, ndr) stava e sta attraversando un momento straordinario, poi c’erano altri giocatori importante come Marilungo e Moralez. Col senno di poi, magari quest’anno avrei giocato di più, ma ero e sono convinto della scelta fatta e di essere venuto alla Pro Vercelli. L’Atalanta mi ha sempre trattato bene e avrebbe voluto tenermi, anche perché c’era un altro anno di contratto. Ma ho deciso di andar via e sono contento così.