L’attaccante del Verona e capocannoniere del campionato Daniele Cacia è intervenuto alla trasmissione ‘La domenica nel pallone’ su ‘TeleArena’, dove ha parlato di temi come la partita col Cittadella, l’ottima stagione della squadra, gli aspetti ancora da migliorare e i suoi obiettivi personali. Ecco le sue parole: “A Cittadella abbiamo giocato una buona gara soprattutto nel primo tempo, ma di fronte a noi c’era una squadra in grado di regalare sorprese con un gruppo consolidato e un allenatore esperto. Eravamo a conoscenza delle difficoltà, la partita è stata affrontata con l’approccio giusto ma sarebbe servito un pizzico di concentrazione in più. I gol subiti sono dovuti a piccolissimi errori di valutazione, ma è impossibile non concedere nulla nell’arco di un intero campionato. Ci tenevamo a proseguire sulla strada intrapresa nella prima frazione, ma comunque non disperiamo: negli 8 minuti che mancano cercheremo di attaccare con determinazione, non c’è niente da perdere. Al pareggio ci credo, perché siamo una squadra capace di esprimere un buon calcio, con un tecnico bravo. I mezzi non ci mancano. La sospensione del match? Ad un certo punto quasi non vedevo più Rafael dalla parte opposta del campo, l’arbitro ha valutato la visibilità ritenendo che fosse impossibile continuare. Per un istante la situazione sembrava risistemarsi, poi è peggiorata. La pressione? Le aspettative sono molte, al di là delle ultime sfide stiamo facendo bene. Momenti positivi e negativi capitano sempre, l’importante è non far drammi o pensare che gli obiettivi siano irraggiungibili. Il mio consiglio è di stare tranquilli, i frangenti vanno gestiti nella maniera migliore da parte di tutti. Parlare di sterilità offensiva sarebbe un errore, i numeri sono dalla nostra parte. Se oggi ho la fortuna e la soddisfazione di essere capocannoniere lo devo ai miei compagni, che ringrazio perché mi mettono nelle condizioni di finalizzare. Troppe volte siamo andati in vantaggio per poi farci riacciuffare, questo è forse il problema principale da eliminare. Continuando così non riesci a conquistare quanto meriti, penso per esempio alla gara col Cesena. Il mio arrivo a Verona? Ho aspettato un po’ la Serie A perché a 29 anni e dopo alcuni momenti bui della carriera avevo, ed ho ancora, questo desiderio. Bojinov? Il mister fa le sue scelte per il bene della squadra, tutti noi dobbiamo rispettarle. Ovviamente senza continuità le difficoltà aumentano, la scorsa stagione a Padova l’ho provato sulla mia pelle. Il Verona ha 25 titolari, ciò che conta è farsi trovare pronti al momento opportuno”.
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