Sulle pagine di ‘Repubblica’ Giulio Ebagua, attaccante del Varese al centro di numerose polemiche negli ultimi tempi, ha rilasciato interessantissime dichiarazioni riguardo le vicende che lo hanno portato a vestire la maglia dei lombardi piuttosto che quella del Torino, suo vero obiettivo per il futuro, e inoltre dei casi di razzismo che lo hanno attanagliato negli ultimi giorni. Ecco le sue parole: “Quando sono arrivato a Varese ho manifestato la voglia di giocare in un club più ambizioso. A loro questa cosa non è andata giù. Non sono falso e non dichiaro amore se non lo provo. Ringrazio il Varese per avermi dato la possibilità di giocare ad alti livelli, però per me non è amore. Ho sempre dato tutto qui, ma il Torino è il Torino. Quella maglia mi fa battere il cuore. E loro ce l’hanno con me per questo. Razzismo? Loro sono di estrema destra, però non è un discorso di razzismo, è un appiglio che usano, non sanno come insultarmi e si attaccano a questo. Poi c’è qualcuno che si nasconde dietro un dito, gente che non sa cosa sia il razzismo. Sono ignoranti. A Varese i tifosi sono 3-4.000 e c’è una piccola minoranza di 30, 40 che pensa di comandare. Con me però ha sbattuto contro un muro, ma ora sono contento di aver risolto con la società e a breve firmerò il rinnovo. Qui sto benissimo. Per fare calcio, Varese è uno dei posti dove sono stato meglio, è una piccola famiglia”.