Domenico Berardi, attaccante 18enne del Sassuolo e già idolo di tutta la pazza dopo il suo primo gol e assist nella giornata di sabato in occasione della partita contro il Crotone, ha una grande storia dietro di se’, una di quelle storie che lo annoverano di diritto nella categoria dei ‘predestinati’ e che merita di essere raccontata. Lo ha fatto lo stesso Berardi in una intervista rilasciata a ‘La Gazzaetta dello Sport’. Ecco le sue dichiarazioni: “Tutto è iniziato quasi per caso tre anni fa quando sono salito a Modena dal mio paese di Bocchigliero, nell’entroterra della Sila, per venire a trovare mio fratello Francesco studente universitario. Avrei dovuto trattenermi in Emilia solo per pochi giorni, e per passare un pò il tempo ho giocato a calcetto con alcuni amici di Francesco, uno di questi mi ha segnalato a Luciano Carlino, assistente delle giovanili del Sassuolo, che mi ha contattato per un provino. Da quel momento è cambiata la mia vita. Ho iniziato negli Allievi Nazionali e l’anno scorso sono entrato nella Primavera guidata da Paolo Mandelli segnando 13 gol. Mi piace il gioco e la mentalità offensiva del Brasile. Ma cerco di essere anche concreto. In serie B bisogna soprattutto correre. L’anno scorso sono andato in panchina con Pea a Genova nell’andata degli sfortunati playoff persi contro la Sampdoria. Questa estate ho fatto tutto il ritiro sempre come aggregato della Primavera. Lavorando forte ho convinto il nuovo allenatore Di Francesco e nel giro di un mese mi sono trovato titolare. E’ successo tutto così in fretta che ancora fatico a crederci. La famiglia? Papà Luigi lavora all’Anas, mamma Maria è casalinga. Entrambi mi hanno sempre sostenuto. Sabato erano in tribuna e hanno esultato al mio gol. Lo dedico a loro. Passioni o interessi? Sono tifoso interista. Mi piacciono Messi e Ibrahimovic, ma non ho un modello a cui ispirarmi. Nessun hobby, oggi penso solo al calcio. Con gli studi non sono bravo, dovrò impegnarmi per prendere la patente di guida”.