Si avvia ad una mesta conclusione la stagione della Reggina, che non è riuscita a centrare il traguardo dei play-off. La società pensava di ripetere o di migliorare il precedente campionato, ma non ha razionalizzato i motivi che portarono all’ottenimento di quel sesto posto. Dopo un’ottima partenza e la successiva cessione di Missiroli, la squadra di Gianluca Atzori riuscì a disputare la semifinale col Novara grazie soprattutto ai demeriti altrui, avendo ottenuto soltanto 61 punti. Oggi, il Padova è settimo con 63, a due partite dal termine…
Gli amaranto hanno tentato il replay, ma stavolta gli avversari non sono rimasti a guardare. Il filotto di quattro successi consecutivi, ottenuto in autunno, è servito per vivere di rendita fino a gennaio. Anche quest’anno si è verificata la cessione del miglior giocatore, ovvero Simone Missiroli. Come ipotetico sostituto, il presidente Foti ha indicato Josè Montiel. A parole. Perché nei fatti, il paraguagio ha rifiutato il rinnovo contrattuale e la società non ne ha caldeggiato l’utilizzo. Nel frattempo, Varese, Sampdoria e Brescia hanno pescato rinforzi importanti.
La società ha continuato a sottovalutare l’importanza della figura di un allenatore, cercando con Breda la “continuità” di un tecnico particolarmente accondiscendente ai voleri dei suoi superiori. A differenza del predecessore Atzori, che perlomeno si era saputo arruffianare una buona fetta dello spogliatoio, il biondo trevigiano “vantava” già un rapporto incrinato con quei giocatori che non lo avevano apprezzato un anno e mezzo prima, e gli rimproveravano l’eccessiva lunghezza del cordone ombelicale con Simone Giacchetta, responsabile dell’area tecnica.
I dissidi interni hanno prodotto, cammin facendo, risultati insoddisfacenti. L’astinenza alle vittorie ha indotto il massimo dirigente, dopo mille titubanze fra novembre e dicembre, ad esonerare Breda soltanto a gennaio, quando la squadra era ormai spremuta atleticamente. Il suo sostituto, ovvero Angelo Gregucci, si è ritrovato in un contesto che forse ha sopravvalutato, dal punto di vista tecnico, ma soprattutto inaspettato a livello ambientale. Gli attriti con Giacchetta non sono mai stati palesi, ma è evidente che il ds ha sempre avuto nostalgia del “fratellino” Breda, fin quando il pareggio interno col Crotone ha fatto traboccare inaspettatamente il vaso.
Sul futuro più immediato, grava l’ombra del processo per il presunto tentativo di illecito inerente Grosseto-Reggina del 2011. Il rischio di una penalizzazione è elevato, e considerato che i lavori della Disciplinare inizieranno non prima di metà giugno, si rischia una paralisi sul calciomercato. E non solo su quello. Lillo Foti è orientato a confermare Giacchetta, nonostante sia inviso quasi all’intera squadra, e ad accontentarlo ancora sulla scelta dell’allenatore, prendendo Davide Dionigi.
Gli sviluppi dei processi potrebbero però condizionare anche le decisioni praticamente già prese. In caso di penalizzazione, potrebbero rendersi necessarie delle scelte più nette, anche perché la quota abbonati già rischia di dimezzarsi in vista della prossima stagione. Non è dunque completamente escluso che il presidente voglia dare una sterzata, a livello tecnico. Del doman non v’è certezza, ma in riva allo Stretto non è una novità.
Paolo Ficara
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