La carica del portiere. Francesco Benussi prova ad incitare i suoi compagni in vista di questo appassionante finale di stagione decisivo per il ritorno in Serie A del Torino e lo fa concedendo un intervista al quotidiano ‘Tuttosport’. Ecco alcune delle sue parole, a cominciare dall’analisi della gara di sabato contro il Pescara: ”Sarà una partita difficile, noi curiamo molto la fase difensiva e loro quella offensiva, per noi sarà una tappa fondamentale, ma non decisiva, anche perchè poi dobbiamo disputare altre tre partite. Certamente, tra Pescara e Sassuolo, in quattro giorni ci giochiamo gran parte della stagione. La fase difensiva è il nostro fiore all’occhiello e a questa partecipa tutta la squadra, è stata il nostro segreto”. A inizio anno, Benussi aveva detto che 80 punti forse non sarebbero bastati: ”Sono stato buon profeta visto che ne abbiamo 76 e ce ne servono almeno altri 7 o 8 per essere sicuri della promozione. Tre vittorie e una sconfitta o due pareggi e due vittorie non importa, l’importante è fare punti. Questa squadra è composta non solo dai soliti 12 o 13 titolari che si alternano, ma siamo coinvolti tutti, almeno 17 o 18 di noi hanno giocato tanto e i vari D’Ambrosio, Guberti e lo stesso Pasquato sono giocatori freschi e importanti per questo finale”. L’ex portiere del Palermo e del Lecce ha avuto alle sue dipendenze mister Zeman: ”Si, proprio a Lecce. La sua miglior difesa è l’attacco, ma non è che non cura per nulla la fase difensiva. Vuole solo tenere il più possibile gli avversari lontano dalla propria area di rigore. E comunque ho notato che rispetto a qualche anno fa, la linea difensiva è più bassa e i centrocampisti aiutano molto di più in copertura. Inoltre, grazie a lui ho imparato a calciare con entrambi i piedi ed avere più confidenza con la palla. Calciare un rigore? Preferisco tenere la porta inviolata…”.
di Marco Orrù