Tante emozioni vissute sulla panchina del Torino, qualcuna anche su quella della Reggina. Il mister Giancarlo Camolese vanta trascorsi importanti, con le squadre che si affronteranno mercoledì all’Olimpico. Una strana partita di soli 45 minuti più recupero. Bisogna infatti riprendere la gara interrotta dieci giorni fa, causa maltempo, all’intervallo. Camolese è il doppio ex scelto da SerieBnews per presentare la prosecuzione di Torino-Reggina, che riprenderà sul punteggio di 1-0.
Chi può togliere la promozione al Torino?
“Il Torino ha fatto un’ottima stagione. è il momento di raccogliere i punti necessari per tagliare il traguardo. È difficile che perda questa occasione, la squadra è stata continua tutto l’anno. Riuscirà meritatamente a fare i punti utili per andare in Serie A”.
L’ingaggio di Ventura è stata la scelta decisiva?
“Ventura ha portato la sua esperienza. Hanno costruito un gruppo logico, con le richieste dell’allenatore. Sono partiti in ritiro con la squadra fatta, ed il tecnico ha potuto trasmettere le sue idee. Il rendimento dei giocatori ha fatto la differenza, hanno trovato gli stimoli giusti”.
Come si spiega i tanti esoneri decisi dalla Reggina nelle ultime stagioni?
“Questa è una tendenza generale. Molte volte, i presidenti pensano che con un cambio di guida tecnica, i giocatori ricevano maggiori stimoli. Bisognerebbe valutare caso per caso e conoscere la situazione. Sicuramente Foti ha grandissima esperienza, se è arrivato a cambiare avrà valutato che questo era il bene migliore della Reggina. Quando una società cambia, pensa sempre di effettuare la scelta giusta. Anche se alla fine, i bilanci stagionali dicono il contrario. Se Foti è arrivato a cambiare, significa che qualcosa non andava bene”.
La Reggina poteva fare qualcosa in più quest’anno?
“La Reggina ha tanti giovani, molti dei quali arrivano dal proprio vivaio. Questo deve essere sempre motivo di orgoglio. La B è un campionato molto equilibrato. A parte le rose di Torino e Sampdoria, tante squadre potevano sperare di lottare per il vertice. La Reggina è ancora lì, ma in questo momento avrebbe bisogno di una serie di vittorie. In B non è impossibile, abbiamo visto come il Gubbio sia andato a vincere in casa del Sassuolo. Bisogna sempre giocarsela a viso aperto, su tutti i campi”.
Nel 2004, Belardi non fece bene sotto la sua gestione e venne ceduto. È contento che ora si stia riscattando a Reggio?
“È sempre difficile legare un’annata ad un singolo giocatore. Belardi è cresciuto nella Reggina, il presidente lo conosce benissimo, e adesso ha accumulato altre esperienze professionali che gli tornano utili. Credo che i giocatori non siano dei robot, può capitare un’annata non eccezionale. Il ragazzo ha dimostrato il proprio valore in altre società. Ora può portare la sua esperienza in un gruppo di ragazzi, e visto il ruolo che occupa è importante”.
Lei ha più rimpianti per l’esperienza sulla panchina della Reggina, o per l’ultima su quella del Toro?
“A Reggio Calabria ero stato chiamato per raggiungere la salvezza, obiettivo ottenuto con due settimane di anticipo. Quindi non c’è nessun rimpianto. Poi è chiaro che le strade si sono divise, ma conservo un ottimo ricordo e mi fa piacere di aver contribuito a raggiungere l’obiettivo. Per il Toro il discorso è più complicato. Quando un allenatore subentra a nove partite dalla fine, potrebbe fare 27 punti così come potrebbe farne zero. I punti raccolti non sono bastati, ed è un grosso rammarico”.
I due allenatori come potrebbero preparare questa strana partita di 45 minuti?
“45 minuti non sono pochi. La Reggina proverà a recuperare il risultato, ed il Torino si difenderà sapendo che l’avversario ha fatto ottime cose in trasferta. È una partita complicata. Gli amaranto stavano perdendo 1-0, ma la prestazione era buona. Si tratta di una gara aperta ed equilibrata, se la giocheranno a viso aperto. Fare i tre punti è importantissimo per entrambe”.
Quale piazzamento finale pronostica per le due compagini?
“Se devo parlare con il cuore, mi auguro che tornino entrambe in Serie A. è chiaro che in questo momento ce n’è una che è molto vicina, mentre l’altra avrebbe bisogno di un grandissimo finale. I conti si fanno alla fine”.
Nel 2012/13 conta di tornare in panchina?
“Penso di sì. Ho avuto dei problemi familiari, scegliendo di privilegiare l’aspetto personale a scapito delle offerte professionali. Adesso ho voglia di allenare, ho la testa giusta per ricominciare da qualsiasi parte si trovi un progetto serio. Tutte le società hanno allenatori che stanno valutando, e sono tese verso lo sprint finale. Per eventuali proposte se ne riparlerà tra un mesetto”.
Paolo Ficara