Un pomeriggio di ordinaria follia quello vissuto al Luigi Ferraris nell’incontro di Serie A Genoa-Siena. I rossoblu sotto di quattro reti all’inizio della ripresa contro i toscani, subiscono la contestazione dei propri tifosi nella gradinata davanti la tribuna stampa. I teppisti, circa 200, cominciano a tirare di tutto in campo con il direttore di gara Paolo Tagliavento di Terni costretto a sospendere il match. Non c’è possibilità di dialogo per cercare di calmare gli animi degli esagitati che chiedono ai giocatori di togliersi la maglia. In campo scende anche il presidente Enrico Preziosi mentre Giandomenico Mesto esplode in un pianto a dirotto. Quando Giuseppe Sculli si avvicina ai capi ultras si registra uno dei picchi di massima tensione, solo dopo 45’ di caos la partita è ripresa. Alla fine del match il massimo esponente della società rossoblu esprime tutta la sua comprensibile rabbia per ciò che si è materializzato, con il suo Genoa nel baratro “Dispiace davvero che un centinaio di persone abbiano l’impunità di dire e fare ciò che vogliono, senza che si possano controllare e mandare a casa. Non è possibile che si impadroniscano dello stadio e impongano la loro legge” . Le indagini delle forze dell’ordine sono immediatamente scattate per risalire a coloro che hanno trasformato un pomeriggio di sport in uno di vergogna calcistica.
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