Mario Macalli, presidente della Lega Pro, ha parlato ai microfoni di RadioCalciomercato. Questi si è espresso sulla situazione del nostro calcio nell’ambito della sicurezza, dopo i fatti accorsi sabato scorso con la tragedia Morosini.
Ecco le sue parole: “Mai dubbi sulle società di Lega Pro che hanno grande organizzazione superiore anche a quelle di categorie in alto. Domenica sera in funzione di questa tragedia ho ritenuto di fare una lettera a tutti i presidenti che pur sapendo che tutte le società fossero in regola volevo una conferma che ci fossero defibrillatori e le persone abili a usarli. E’ come pretendere che si giochi una partita di calcio senza le reti per me, noi senza defibrillatori non giocheremmo. E’ una cosa dovuta, io non dubito sulle società di Lega. Per giocare a calcio nel mondo professionistico bisogna rispettare delle norme. Chi le rispetta gioca, chi non le rispetta no. Pensare che ci sono società che non sono in regola non è bello, non l’ho mai pensato. Queste cose ti fanno pensare. C’è anche un calcio minorile, un calcio del settore giovanile. Noi siamo avanti rispetto agli altri paesi, ma possiamo ancora migliorare. Io abito a Crema e si giocano la domenica 100 partite giovanili, pensare che ci siano 100 autoambulanze è una follia. Che ci siano 100 defibrillatori è una cosa che deve diventare normale! La giornata di fermo ci deve dare la possibilità di fare di più rispetto a quanto già fatto”.
Su Morosini: “Vedere quelle cose fanno male. Ho pianto e sofferto. Sono credente e ritengo che le cose succedono perchè debbano succedere. Però… C’è un’autopsia in corso e non ci sono ancora i risultati, l’avremmo poi chiara”.
Sul futuro: “Da domenica sera siamo stati in contatto con la Federazione Medici Sportivi, che hanno brevettato un metodo di pronto intervento. Abbiamo chiesto di poter firmare con loro un protocollo di intesa per usare questi metodi di pronto intervento con dei corsi specifici fatti per i rappresentati della nostra società. Su questa linea ci siamo e questo protocollo lo firmeremo a giorno. Siamo disponibili ad aprire un discorso di questo tipo con l’unità dei medici sportivi italiani. Qualcuno all’interno della società possa specializzarsi su questa linea”.