Spettacolare. Sia quando scendono in campo le sue squadre, sia quando concede un intervista, in questo caso al quotidiano ”Corriere dello Sport”. Stiamo parlando del tecnico del Pescara Zdenek Zeman, che ha parlato a ruota libera, come solo lui sa fare, di vari argomenti, passato, presente e futuro, a cominciare dal miglior giocatore mai allenato nella sua lunga carriera:”Senza dubbio Totti, ragazzo semplice che dice sempre quello che pensa. Grandissima carriera, nonostante gli infortuni, io lo vedevo come attaccante sinistro, in quella posizione avrebbe potuto giocare fino a 50 anni, invece l’hanno spostato in mezzo e ha preso un sacco di botte. La Roma di Luis Enrique? Lo spagnolo sta provando una strada diversa, ma non nuova, visto che il suo possesso palla lo faceva anche Liedholm…”. Il boemo, la sua filosofia, c’è l’ha sempre avuta chiara e precisa:”Io non guardo mai l’età, gioca chi merita e mi piace lavorare con i giovani perchè posso ancora indirizzarli verso la mia idea, al contrario dei meno giovani che hanno già assimilato diverse idee da altri allenatori. Io paladino della giustizia? Mi viene naturale, se ho un grande impatto con i media, vuol dire che ho ragione. Voglio essere un punto di riferimento per i giovani, ma non il solo. Che regole cambierei nel calcio? Nessuna, il problema che questo sport ha perso credibilità, tra scommesse, doping e Calciopoli. Anche quello degli stadi è un falso problema, Prima si andava in sessantamila, tutti in piedi, attaccati, ma non c’erano problemi”. Una delle principali battaglie del tecnico del Pescara, è stato sicuramente il doping:”Non è stato difficile accorgersene visto che i giocatori aumentavano di tre taglie i vestiti e il portiere non ci stava nei guanti. Com’è possibile che i miei giocatori non crescevano così, nonostante io non pratico certo allenamenti morbidi? Anche se con me non è mai morto nessuno…”. La missione di quest’anno è riportare il Pescara in Serie A:”Vediamo quel che possiamo fare. Secondo me vince chi fa più gol, non chi ne prende meno, questo è il mio credo. Io mi sento un costruttore, non un distruggitore”. Il suo calcio, tornato di moda, sta facendo di nuovo tornare in auge lo stesso Zeman, anche in squadre importanti come l’Inter:’‘Moratti non lo sento dal 1994. Io però gli risposi che ero già impegnato. Forse sbagliai…Lui si offese e ora non credo mi richiamerebbe. Anche perchè io non rispondo mai a numeri sconosciuti…”. La Juventus, al contrario, è la nemica numero uno del tecnico boemo:”Su Buffon ho espresso semplicemente il mio parere, per me l’aveva visto subito che la palla era entrata, ammettere che era gol non significava tradire i compagni. Comunque io non sono anti-juventino, anzi sono nato juventino visto che andavo a fare il tifo quando in panchina c’era mio zio Vycpalek. Certo, se poi mettono a capo della Juve chi non dovrebbero, mi dissocio totalmente”. Un accenno anche sul calcioscommesse:”Spero soprattutto che non c’entri uno come Signori, che è stato come un figlio per me. A fine carriera succedono cose che non dovrebbero succedere”. Un ultima battuta sulle sigarette:”Non sono certo io il buon esempio per gli atleti, ma consiglio sempre loro di non fumare. Dei miei giocatori alcuni lo fanno, ma loro pensano che io non me ne accorgo…”. Impareggiabile Zdenek Zeman.
di Marco Orrù