Dal Torino e al Torino. Un girone dopo e Gigi Simoni non è più l’allenatore del Gubbio. Con l’avvento di Marco Alessandrini su quella panchina, il vecchio mister degli umbri è tornato a fare il dirigente, quello per cui aveva iniziato a lavorare in questa stagione, salvo poi essere chiamato in panchina per risollevare la squadra dopo un inizio di torneo disastroso. E Simoni ce l’ha anche fatta, visto che ad oggi il Gubbio si giocherebbe il playout col Vicenza, ma gli ultimi risultati balbettanti della squadra hanno convinto la dirigenza egubina a cambiare. Mister Simoni parla attraverso le colonne del quotidiano ‘Tuttosport’:”Il mio esonero non è un dramma, è stato tutto concordato con la società. Dopo l’esonero del mio vice, Carlo Tebi, ho parlato con loro esprimendo le mie perplessità. Con l’arrivo di Alessandrini ho provato a conciliare con lui il lavoro, ma dopo la partita col Crotone ho pensato bene di farmi da parte per il bene della società e a tornare a fare il lavoro che facevo prima di essere chiamato in panchina. Poi Alessandrini è bravo, io sarò sempre lì a dargli consigli. E’ curioso che la mia avventura in panca sia iniziata con il Torino e sia terminata alla vigilia del ritorno con la squadra granata, è un segno del destino, d’altronde io sono legatissimo a quei colori”. Proprio così. Per Simoni, tre anni da giocatore e uno da tecnico del Torino in carriera:”Già a dieci anni tifavo Toro e poi ci ho pure giocato, la più bella esperienza da giocatore. Quella da allenatore un pò meno. Ma niente è cambiato nel mio cuore, anche se sabato, ci mancherebbe altro, il tifo si mette da parte e il Gubbio verrà prima di tutto. Poi per le restanti dieci partite dò l’autorizzazione al Toro di tornare a vincere, anzi dovrà farlo per forza perchè dev’essere promosso in Serie A. In quella piazza le pressioni sono tante, ma chi indossa quella maglia dev’essere bravo a superarle e saperle affrontare. Spero solo che se i granata riusciranno ad andare in Serie A ci sarà un progetto chiaro e sicuro perchè ci resti per tanti anni e si consolidi in quel campionato e non per vivacchiare e poi retrocedere subito come è capitato negli scorsi anni. Spero che Cairo prenda spunto da una società come l’Udinese, il Torino non può vivere di prestiti o cose simili, deve avere la sua identità nel tempo”. Ma la situazione del suo Gubbio non permette favori e gli umbri dovranno andare all’Olimpico a fare risultato:”C’è chi credeva che sarebbe stato semplice salvarsi, ma non è così. Nell’arco della stagione c’è stata anche un pò di sfortuna, ma siamo ancora lì e credetemi che ad oaggi poter disputare almeno il playout è davvero un miracolo per noi. A Torino dobbiamo vendere cara la pelle, loro sono favoriti, ma il calcio nasconde sempre sorprese, come all’andata e noi vogliamo ancora stupire”.
di Marco Orrù