Non si ferma la bufera in casa Grosseto dopo la lite tra il presidente Piero Camilli e il patron del Torino Urbano Cairo. Oggi la società maremmana ha revocato gli accrediti per l’ingresso allo stadio, alla tribuna stampa e alla sala ospitalità a a due giornalisti, Giancarlo Mallarini del ‘Corriere di Maremma’ e Matteo Alfieri della ‘Nazione’ e dell’Ansa. Non è stata fornita una motivazione per un simile provvedimento, ma i due sarebbero rei di aver raccontato il diverbio, scoppiato negli ultimi minuti di Grosseto-Torino quando Camilli ha aggredito il collega per una presunta irregolarità sul primo gol granata. Ieri la stessa decisione era stata presa per il fotografo Fiorenzo Linicchi di ‘Grossetosport.com’. Per il sindacato dei giornalisti toscani (Ast), l’Ordine dei giornalisti, il gruppo dei giornalisti sportivi (Ussi) e il Gruppo di specializzazione dei videogiornalisti, si tratta di “un inaudito, sconcertante e gravissimo attacco alla libertà di informazione”. Dopo la partita, il presidente del Grosseto è già stato squalificato per tre mesi per aver lanciato una moneta (nella sua versione, una caramella) contro un assistente di gara.
Il Grosseto ha revocato gli accrediti per l’ingresso allo stadio, alla tribuna stampa e alla sala ospitalità a due giornalisti grossetani che sulle loro testate avevano raccontato la lite tra il presidente del Grosseto, Piero Camilli, e quello del Torino, Urbano Cairo. I fatti sono avvenuti sabato scorso (Grosseto-Torino 0-3) poco prima della fine della gara e nel dopo partita, quando protagonista è stato uno dei figli del presidente maremmano con l’autista di Cairo. I provvedimenti sono stati emessi a carico del collaboratore del Corriere di Maremma, Giancarlo Mallarini, e di Matteo Alfieri, collaboratore della Nazione e corrispondente dell’ANSA. Ieri, una analoga decisione era stata presa contro il fotografo, Fiorenzo Linicchi, che lavora per il sito Grossetosport.com. Le sue foto erano state pubblicate anche da Tuttosport. Nella lettera con cui la società di Camilli annuncia il provvedimento non ci sono motivazione che spiegano la decisione. Ieri il sindacato dei giornalisti toscani (Ast), l’Ordine dei giornalisti, il gruppo dei giornalisti sportivi (Ussi) e il Gruppo di specializzazione dei videogiornalisti avevano definito il provvedimento a carico del fotografo «un inaudito, sconcertante e gravissimo attacco alla libertà di informazione».