Nel
Verona che sta stupendo tutti e che sta volando in classifica c’è una grossa impronta straniera, senza dimenticare i tanti italiani della squadra. Ma è innegabile che gente come
Hallfredsson, Tachtsidis, Gomez o
Pichlmann siano i protagonisti assoluti di questo miracolo. C’e l’slandese Hallfredsson, che a gennaio gira a maniche corte per la città e vuole rimanere a Verona a tutti costi, ”tanto il Barcellona non mi ha cercato, giusto?”, c’è
Mareco, in Italia da tanti anni, prima fermata Brescia, ma che viene dalla lontana terra del Paraguay, c’è
Sasa Bjelanovic, richiesto espressamente da Mandorlini, che quando è stato chiamato in causa ha sempre fatto il suo, lui che viene dalla Croazia, ma è in Italia da tanti anni, apparte una parentesi in Romania. E come non citare
Matthias Lepiller, francese doc, portato nel nostro Paese dalla Fiorentina, che con le sue splendide reti ha portato punti importanti alla causa. E il regista, il greco
Tachtsidis, classe ’91, ma con un esperienza da veterano, ormai calatosi alla perfezione nella realtà Verona. E la punta, l’argentino
Juan Gomez, che ha calcato i campi infernali della Serie C prima di approdare nel grande calcio, c’è il portiere
Rafael, dal glorioso Santos al Verona, ragazzo brasiliano che sta facendo benissimo, uno dei migliori nel suo ruolo. E infine, l’altro brasiliano
Jorginho, dalla Primavera alla Prima squadra senza risentirne e l’austriaco
Pichlmann, che come Bjelanovic non tradisce mai ogni qual volta viene chiamato in causa. L’anima del Verona parla varie lingue, che sul campo si amalgamano alla perfezione per il bene della squadra.
di Marco Orrù